Siamo invasi da un fiume di libri, in Italia gli scrittori sono più numerosi dei lettori, ma ogni tanto, qualche volume contiene una sorta di forza magnetica in grado di stregare ed appassionare in egual misura, come nel caso de I Guardiani di Vela, primo capitolo della fantasy di John Caps La luce di Meridio, presentato giorni fa al Pan davanti ad una folla entusiasta e plaudente.
Robert é un adolescente introverso e solitario. Un mistero risalente nel tempo aleggia sulla sua famiglia e stravolgerà per sempre la sua esistenza. L’imprevedibile intervento di un eroe leggendario lo aiuterà a svelare la verità nascosta agli occhi del mondo.
Robert e Margareth non immaginano che nella tranquilla cittadina di Woodsallen si nascondano i seguaci di un’antica religione, i Guardiani di Vela, e che proprio le loro famiglie ne abbiano sempre fatto parte. Di fronte alle stranezze di Robert e dei suoi incubi da cui sembra non riuscire a svegliarsi, i due amici decidono di indagare, imbattendosi
nella Tomba del Druido, in un’antica reliquia dall’immenso potere e nel dio che l’ha rivelato agli umani, Meridio. Mentre i Guardiani combattono una guerra contro la stirpe sanguinaria
dei cinepati, Robert e i suoi nuovi amici si caleranno nella Tomba del Druido alla ricerca della Luce di Meridio. I Guardiani di Vela, è il primo capitolo della tetralogia La Luce di Meridio, un romanzo adatto a tutte le età che ci proietta in un mondo di sette magiche e uomini dai grandi poteri. Un fantasy anni ’80, in cui compaiono foreste, rovine, figure leggendarie, e una mitologia tutta da scoprire, e dove il valore dell’amicizia è il valore indispensabile per scoprire la verità. Il primo entusiasmante capitolo di una saga destinata agli amanti della narrativa fantastica.
Abbiamo intervistato l’autore, il quale ci ha dichiarato: “Si tratta di una vera e propria rinascita, per me. Per anni ho represso il mio desiderio di scrivere ritenendolo un hobby che non mi avrebbe potuto portare da nessuna parte. Il problema è che io ero da nessuna parte, perché a essere sbagliata non era la mia passione per la scrittura quanto il percorso che avevo scelto, il binario sul quale stavo camminando. Nello istante in cui compresi la mia inadeguatezza nei confronti dell’avvocatura, mi dedica anima e corpo alla realizzazione di un progetto ambizioso, la mia personale odissea nella quale avrei fatto confluire la mia passione per la mitologia e l’etimologia e l’interesse per le moderne contraddizioni umane”.