Cultura

I MITI DI NAPOLI : LA LEGGENDA DEL FIUME LETE E DELL’ACQUA DELL’OBLIO

La storia del fiume Lete, uno fra i principali fiumi della Campania , comincia agli inizi del 1907 quando, a Letino, fu costruita una diga di sbarramento del fiume per ordine della Società Meridionale di Elettricità allo scopo di alimentare la Centrale idroelettrica di Prata Sannita. Il Lete si presenta come un fiume dalla particolare bellezza: esso scorre sotterraneo per circa 500 metri formando, lungo il suo percorso, un complesso di cavità naturali: le grotte carsiche di Caùto situate a ridosso della diga del Lago di Letino; la galleria superiore invece, è caratterizzata da una folta vegetazione e da pozzi d’acqua, dislivelli e piccole cascate che precipitano verso la Valle del Volturno. Un’altra peculiarità del Lete è la presenza di singolari specie animali come insetti e crostacei dal guscio bianco senza occhi. Ciò che rende il fiume Lete degno di nota non è solo la sua storia o le sue caratteristiche strutturali ma, anche i miti e le leggende che abbraccia intorno a sé e che non tutti probabilmente conoscono. La mitologia greca e romana definisce il fiume Lete come il fiume dell’Oblio e si propone, attraverso molteplici racconti, di spiegare il valore che assume la memoria per l’essere umano e i diversi significati che possono essere attribuiti al concetto di dimenticanza. Varie sono le opere nelle quali questo fiume viene citato :  esso viene citato nel X libro de La Repubblica di Platone all’interno del quale è narrato il mito di Er, un soldato valoroso originario della Panfilia che discese nell’oltretomba per conoscere i misteri della reincarnazione delle anime. Anche il poeta greco Esiodo vissuto tra la fine del VIII e l’inizio del VII secolo a.C, nel poema Teogonia, parla della divinità Lete, la quale forma una coppia di opposti inseparabili con Mnemosyne, dea della memoria;  il fiume  viene menzionato anche da Dante Alighieri nel Purgatorio ma con il nome Letè a causa della difficoltà del letterato con la lingua greca: il corso d’acqua, situato nel paradiso terrestre accanto al fiume del ricordo delle cose buone, Eunoè, sul monte del Purgatorio, viene immaginato da Dante come il luogo in cui le anime purificate si lavano per dimenticare le loro colpe terrene prima di salire in Paradiso. Infine il Lete ha svolto un ruolo di rilevo anche nella letteratura moderna: nella tragedia goethiana del Faust, e in diverse poesie di Baudelaire.

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