Mergellina è uno dei luoghi più belli e suggestivi di Napoli. Un luogo d’amore e magia, dove nel corso degli anni si sono susseguite diverse storie e leggende. Nella “Crypta neapolitana“, la millenaria galleria scavata nel tufo della collina di Posillipo, tra Mergellina (salita della Grotta) e Fuorigrotta (via della Grotta Vecchia), nei secoli, si sono susseguite vicende, più o meno verosimili, che l’hanno resa, agli occhi del popolo, un luogo misterioso, esoterico, in taluni casi addirittura sacro. E’ qui che si trova la tomba di Giacomo Leopardi e quella di Virgilio ed è da questo luogo, descritto da Seneca e da Alexander Dumas padre, che ha preso vita la leggenda dello “scarpunciello d’ ‘a Madonna“.La tradizione popolare racconta che una statua raffigurante una “Madonna con Bambino“, una scultura lignea proveniente dalla bottega di Tino di Camaino se ne stesse in una grotta sulla spiaggia di Mergellina, dalla quale sarebbe uscita, una notte; camminando sulla spiaggia, un po’ di sabbia le sarebbe entrata in una scarpa, ch’ella si sarebbe sfilata, per estrarla, perdendola, mentre s’affrettava a rientrare. Il mattino seguente, i pescatori avrebbero ritrovato la scarpetta sulla spiaggia; poi, ispezionando il luogo, nella grotta avrebbero rinvenuto anche la statua. A questa leggenda si riallaccia la tradizione di regalare alle spose ”o scarpunciello d’ ‘a Maronna”, una scarpetta con il simbolo del sole dotata di virtù magico-protettive per le partorienti, le quali, per tradizione, andavano presso la chiesa della Madonna di Piedigrotta. Analogamente, in età imperiale, le giovani spose si recavano nella “crypta” che era considerata un luogo propiziatorio per la fertilità. Sembra che a questa leggenda si faccia persino risalire la favola della “Gatta Cenerentola” di Giambattista Basile, sulla quale, com’è noto, si basa la fiaba di Cenerentola di Charles Perrault. La statua lignea è attualmente conservata nel Santuario di Piedigrotta. Altra leggenda è quella che riguarda la Chiesa di Santa Maria del Parto . Nell’ultima curva di Mergellina, sul mare dei pescatori di Napoli, esiste una chiesa dalla rossa facciata. E’ il ricordo di tre miracoli e tre storie d’amore: ogni miracolo è racchiuso in una memoria, e ogni memoria verrà svelata da una storia. Un poeta, un re, una sirena, un pescatoriello e una madonna, un cardinale e un diavolo.E’ la Chiesa di Santa Maria del Parto, piccolo tempio cinquecentesco costruito sulla rupe di un colle lambito dal mare e dall’odore degli agrumi. La sua storia è il frutto del miracolo di un’amicizia: quella tra il poeta Jacopo Sannazaro e il re Federico d’Aragona. In essa è il segreto dei “Santi Rossi” alloggiati nella facciata, che per bocca del narratore torneranno a rivivere in un nostalgico ricordo. Sull’esterno del piazzale, immaginando l’antico borgo dei pescatori della marina, verranno proclamate storie e leggende della Napoli in cui “tutte le cose sono innamorate”: è Mergellina, nel suo è nascosto l’amore fatale di un mostro marino che affascina e seduce. La donna ammaliatrice con la coda di pesce.Entrando nell’interno della chiesa, lo scenario cambierà. Il profano amore del mare lascerà il posto ad un unico filo conduttore, ad una narrazione religiosa, sacra, che avrà come tema di lode il miracolo del parto delle Vergine. L’antico presepe ligneo opera di Giovanni da Nola, un tempo nel succorpo inferiore a ridosso delle onde, e la statua ottocentesca della Madonna del Parto in trono, pregata e amata dalle giovani partorienti di tutta Napoli, ci porteranno sulle stesse note del poema di Jacopo Sannazaro, il De Partu Virginis, l’opera della sua fama. E’ qui che lo compose, come è qui che spense la sua vita lasciando le ceneri nel marmoreo sepolcro celato dietro l’altare maggiore. L’ultimo atto della visita narrata ci porterà nuovamente ad una storia di amore ammaliatore, davanti alla tela dell’ultima cappella: la leggenda di una donna-diavolo immortalata come ricordo di un cardinale sedotto.