Fuorigrotta è uno dei luoghi più importanti di Napoli che intreccia la storia e la tradizione del popolo napoletano . Il quartiere deve il suo nome alla sua posizione “al di fuori della grotta”, in riferimento al fatto che, sin dall’epoca romana è collegata al quartiere di Mergellina grazie alla Crypta Napoletana, una galleria lunga circa 710 metri ancora visitabile nei tratti più esterni, ma non più percorribile per motivi di sicurezza, Era parte di un asse viario che collegava Napoli (nei pressi della presunta tomba di Virgilio) a Pozzuoli e l’area dei Campi Flegrei. La leggenda narra che Lucio Cocceio Aucto, architetto e ingegnere di Cuma, riuscì a costruire questo tunnel in quindici giorni con l’aiuto di soli cento uomini. Ma se da una parte la galleria ha ispirato racconti di ogni tipo, dall’altra ha dato il nome a due importanti quartieri del capoluogo campano. Già al tempo degli antichi romani erano conosciute le zone che si trovavano alle uscite est e ovest della Grotta, così la località a oriente fu chiamata Piedigrotta, quella situata a occidente Fuorigrotta, dal latino “foris cryptam”. Oggi la Crypta Neapolitana non è più utilizzata per collegare Napoli e Pozzuoli poiché è stata sostituita dalla galleria Quattro Giornate, che sfrutta la Grotta Nuova costruita tra il 1882 e il 1885, e dalla parallela Galleria Laziale, edificata nel 1925. L’attività agricola si ridusse molto in seguito al bradisismo che colpì la zona nel X secolo, così durante il viceregno spagnolo l’area fu destinata ai militari. Con il passare dei secoli Fuorigrotta continuava a non essere considerata come importante sede di insediamenti urbani e a presentare caratteristiche prettamente rurali, nonostante la costruzione della Galleria Quattro Giornate e l’entrata in funzione, nel 1897, di un primo tratto della ferrovia Cumana (poi Circumflegrea). Si iniziarono a vedere trasformazioni edilizie con la costruzione della stazione di Mergellina, a cui poi seguirono quelle dei Campi Flegrei e di Pozzuoli. L’elemento decisivo che, intorno al 1910, convinse gli amministratori di Napoli a bonificare e urbanizzare i villaggi periferici di Fuorigrotta e Bagnoli, fu l’inizio della costruzione dello stabilimento siderurgico. Nel 1931 Mussolini affidò a Napoli l’organizzazione della “Mostra triennale delle terre italiane d’Oltremare”. Fuorigrotta fu scelta per accogliere la nuova struttura e fu per questo quasi interamente demolita e ricostruita. Oggi però se chiedete a un napoletano qual è l’impianto simbolo di questo quartiere, vi risponderà probabilmente lo stadio San Paolo, inaugurato come stadio del Sole nel 1959.