Pienone al festival anti-razzista di Pontida di sabato 22 aprile. In tanti e da tutta Italia sono accorsi nel paese dell’Isola, per l’evento organizzato dal gruppo napoletano Insurgencia. Giovani e meno giovani, donne, uomini, bambini e famiglie: gli organizzatori parlano di almeno 5mila persone presenti sul prato messo a disposizione da Ferrovie dello Stato dopo il tira e molla polemico dei giorni scorsi.
Prendono il sole, mangiano panini e bevono birra. Ma, soprattutto, cantano. Una giornata a base di musica con tanti gruppi e artisti che hanno voluto dare il loro apporto alla manifestazione.
“Basta Lega”, questo è lo slogan più ricorrente tra i presenti che intendono “liberare il nord e l’Italia intera dalla morsa razzista imposta dal Carroccio”, spiega Marta Canino, veneziana, tra i promotori dell’iniziativa nata dopo la discussa visita del leader leghista Matteo Salvini a Napoli lo scorso marzo.
Tanta musica, come detto, ma anche un torneo di calcetto con protagonisti tanti ragazzi di colore che hanno voluto presenziare per reclamare i propri diritti e urlare in un coro multicolore “No al razzismo”.
Gli abitanti della cittadina bergamasca hanno guardato con una certa curiosità a questa prima edizione del festival antirazzista, migrante e terrone; più seccati dalla chiusura della discarica (aperta solo tre giorni a settimana) che da altro. Da Napoli sono arrivate oltre 200 persone in pullman, altri da Benevento, Civitanova Marche, Ancona, Macerata, Vicenza, Padova, Trento, Belluno, Padova, Parma. In treno da Milano centinaia di persone. Molti i migranti, gli esponenti dei centri sociali, ma non solo. Qualche curioso da Pontida si è infilato ad ascoltare. C’è chi fra i locali ha applaudito ai cori ‘Odio Salvini’ sulle note di ‘Can’t Take my Eyes off of Yoù, chi invece ha brontolato “perché i migranti arrivano, ci rubano il lavoro e la casa e aumentano i crimini”.
Il clou del concertone è la canzone ‘Gente d’ò Nord’, brano che i 99 Posse hanno firmato con una serie di altri artisti che insieme hanno inciso un doppio cd con il nome di ‘Terroni uniti’. Un inno che racconta la solidarietà e cosa significa essere migrante. “Siamo convinti che i razzisti non abbiano diritto di parlare” ha osservato Giordano, salito sul palco con la consigliera comunale di Napoli Eleonora di Majo e con Marta, giunta da Venezia pronta a festeggiare perché “la scritta indecente ‘Padroni a casa nostra’ non c’è più”. In realtà sarà rimessa domani. Però per un giorno i ‘terroni’ hanno conquistato Pontida e pensano anche di tornare, dato il successo.
“C’è tantissima gente. E’ un bel posto – ha concluso Luca O’Zulú dei 99 Posse – perché non farlo diventare da simbolo della Lega a sede del Concerto Nazionale Antirazzista Migrante e Terrone?”.