Il prossimo 27 ottobre dalle 9 alle 14 ci sarà l’elezione per il rinnovo dei componenti del comitato direttivo dell’associazione regionale nonché del presidente. A sfidare l’attuale presidente Francesco Paolo Iannuzzi, sindaco di Monte di Procida, c’è Giosy Ferrandino, sindaco di Ischia.
«La mia candidatura è nell’ottica di continuare un progetto che veda coinvolto tutto il territorio della Campania e non solo i grandi comuni, come era successo fino a prima della mia elezione l’anno scorso», ha detto Iannuzzi.
Quali sono i suoi punti fondamentali?
«Il mio obbiettivo è continuare a valorizzare l’intero territorio regionale. Parto da un dato: ai fondi strutturali, conosciuti anche come Più Europa, che l’Europa ha assegnato alla Campania per il periodo 2007-2013 potevano accedere solo i comuni al di sopra di 50.000 abitanti con una pubblica selezione. In Campania solo 18 su 551 hanno questa dimensione e, fino a quando non sono stato io presidente dell’Anci, solo questi 18 comuni potevano avanzare proposte su cui impegnare fondi europei. Il mio primo impegno, dopo un’intesa con il presidente Caldoro, è stato di stabilire che all’interno della programmazione regionale potevano partecipare anche gli altri 532 comuni con bandi su 4 grandi tematiche: ambiente, riqualificazione urbana, assetto idrogeologico ed interventi in aree produttive. A seguito di questo bando, tutti i comuni, che hanno presentato progetti coerenti con gli obiettivi dati dalla Regione e dall’Europa, hanno avuto finanziamenti. Noi riteniamo di aver contribuito a spendere e spendere bene i fondi comunitari. Dall’altro dare cittadinanza attiva in Europa a tanti altri cittadini campani che ne erano esclusi».
La legge di stabilità rischia di aggravare ancor di più i bilanci dei comuni. Che ne pensa?
«L’azione di risanamento dei conti pubblici sicuramente deve veder partecipare anche i comuni italiani che non si possono sottrarre a questa cura di dimagrimento che bisogna fare, le risorse che hanno le devono impiegare con maggiore razionalità. Attenzione però che oggi abbiamo raschiato il fondo del barile. Se si toglie ancora, i comuni non riescono più a soddisfare i bisogni essenziali, come il decoro cittadino, la manutenzione stradale, la problematica della scuola dell’obbligo. Se oggi grattiamo ancora questo fondi, i comuni ne risentiranno ed i comuni dovranno per forza dare servizi minori e poco efficienti. Per questo lancio un monito al Presidente Renzi: attento, perché ci stai chiedendo sacrifici che i comuni non possono più sopportare».
Che ne pensa della riforma delle province?
«È stato un papocchio istituzionale voluto dal governo Renzi, una riforma annunciata che nella sostanza le province rimangono, non è cambiato nulla. È l’ennesimo annuncio del Presidente del Consiglio. Nel bilancio statale il costo delle province è poco significativo. Bisognerebbe intervenire su due fronti: far accorpare i comuni da un lato e dall’altro accorpare le regioni».
Infine, secondo lei cosa manca alla regione Campania?
«Manca la possibilità di completare il lavoro avviato da Caldoro che ha ereditato una regione con conti disastrati dalla sanità ai trasporti. Mi auguro che il Presidente voglia ricandidarsi e continuare in questa azione di risanamento».