“Esecrazione pubblica e indulgenza privata non vanno bene, oggi più che mai dobbiamo essere consapevoli e scegliere da che parte stare”. Lo ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli, parlando a Napoli alla consegna dei Premi Ammaturo. “Credo che pubblico e privato debbano sovrapporsi, non si può essere amici di tutti – ha proseguito – e ci sono tante parti del Paese dove permangono zone grigie che devono essere dissipate”. Poi Gabrielli ha aggiunto: “A volte constatiamo con amarezza che in Europa non si sia ancora presa coscienza di quanto sia pericoloso, anche per quei Paesi, l’infiltrazione della criminalità organizzata, della capacità di infiltrarsi nelle istituzioni, nel mondo dell’economia”. Il capo della polizia è intervenuto al dibattito organizzato nel complesso monumentale dei Santi Marcellino e Festo della Federico II. Presenti, tra gli altri, il rettore Gaetano Manfredi, il sindaco de Magistris, il prefetto Carmela Pagano, il questore Alessandro Giuliano, il procuratore della Repubblica di Napoli Gianni Melillo, l’ex presidente del Tribunale di Napoli Carlo Alemi (che fu giudice istruttore del processo e tenace indagatore dei patti scellerati stretti tra terroristi e camorristi), oltre che Mariacristina Ammaturo, una delle figlie del dirigente ucciso.
«A distanza di tantissimo tempo, la verità su una vicenda così inquietante non è venuta fuori nel suo complesso e nella sua pienezza». Lo ha detto Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, in occasione della decima edizione del Premio Ammaturo, parlando dell’omicidio di Antonio Ammaturo, vicequestore della Polizia di Stato, ucciso dalle Brigate Rosse, il 15 luglio dell’82, assieme all’agente Pasquale Paola.
L’incontro è stato moderato dall’inviata di Repubblica Conchita Sannino. Sono stati premiati gli agenti che hanno lavorato per l’arresto di boss Marco Di Lauro. Al personale dell’Ottava sezione Catturandi della Squadra Mobile della Questura di Napoli è stato assegnato il “Premio Antonio Ammaturo Legalità città di Napoli”, giunto alla decima edizione. “Evidenziando elevate capacità professionali, acume investigativo, tenacia e determinazione operativa, riuscivano, con altre articolazioni investigative, a trarre in arresto Marco Di Lauro – si legge nelle motivazioni della Commissione, presieduta da Carlo Alemi – Le energie profuse nel corso di tutti questi anni per il raggiungimento di questo straordinario obiettivo sono state notevolissime: oltre 700 decreti di intercettazione emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, 1530 utenze telefoniche intercettate, 56 autovetture monitorate e circa 132.000 ore di registrazioni ambientali. L’operazione, ampiamente ripresa dagli organi di informazione sia nazionali sia internazionali, ha contribuito a rafforzare il prestigio delle istituzioni. Chiaro esempio di impegno, dedizione, sacrificio e coraggio”. A essere premiati anche gli uomini della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Castellammare di Stabia. “Per aver condotto articolate ed incessanti attività di indagine che consentivano all’Autorità giudiziaria di emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un pluripregiudicato, ritenuto responsabile dei reati di rapina aggravata e lesioni gravi nei confronti di due anziani coniugi” si legge nelle motivazioni.