“Il carcere dei diritti, verso gli Stati Generali”: questo il titolo del convegno svoltosi stamattina presso il Circolo degli Ufficiali a Napoli.
Oggetto dell’incontro, organizzato da Adriana Tocco , garante regionale della Campania, lo stato della situazione detentiva in Italia e la necessità di ulteriori riforme, argomenti, questi ultimi affrontati nel corso del convegno dai relatori, tra i quali molti operatori del settore, come i garanti Franco Corleone (Toscana), Marcello Marighelli (Ferrara), Carlo Mele( Provincia di Avellino), Bruno Mellano(Piemonte), Pierluigi Lo Presti( Ufficio del garante della Campania): tutti impegnati, nel corso della tavola rotonda a discutere di un argomento fondamentale per la tutela e la dignità dei detenuti, ovvero l’esecuzione della pena all’interno dei diritti non negoziabili.
L’importante convegno, moderato da Ottavio Lucarelli, presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania, ha coinvolto operatori del diritto, come direttori di istituti penitenziari, ma anche docenti di materie giuridiche, avvocati e psichiatri, che si sono espressi in merito all’importanza degli Stati generali della Detenzione, ovvero ai 18 tavoli di lavoro , che aperti lo scorso maggio a Bollate, si prefiggono , attraverso documenti programmatici, di elaborare aspetti fondamentali sulla vita quotidiana dei reclusi nelle strutture penitenziarie. Questi tavoli di lavoro si protrarranno per un semestre, al termine del quale verranno elaborate proposte da tradursi in legge.
Ad aprire i lavori stamattina è stata proprio la dottoressa Adriana Tocco, garante regionale della Campania, che ha elogiato il presidente emerito Giorgio Napolitano, presente al convegno, per aver avuto un ruolo determinante nel sensibilizzare la politica e le istituzioni tutte circa la drammatica situazione delle carceri in Italia.Col suo messaggio alle camere, datato 8/10/13, infatti, Giorgio Napolitano sottolineò la criticità della situazione detentiva nel nostro paese emersa a seguito di un pronunciamento della Corte Europea dei diritti dell’uomo contro l’Italia. In base a tale sentenza l’Italia , infatti avrebbe, infatti, violato in maniera non occasionale, ma ricorrente, l’art 3 della convenzione Europea dei diritti dell’uomo che prevede il divieto di trattamenti disumani e degradanti , quale immediata conseguenza di un insostenibile sovraffollamento delle carceri.
Ed è proprio in ragione di tale sovraffollamento carcerario che la Corte ha richiamato la raccomandazione del Consiglio d’Europa a ricorrere il più possibile a “misure alternative alla detenzione e ad orientare la politica degli stati verso il minimo ricorso alla carcerazione al fine di risolvere il problema della crescita della popolazione carceraria”, ritenendosi che rimedi preventivi alla detenzione e quelli di natura compensativa debbano considerarsi complementari, e quindi da apprestarsi congiuntamente.
Tutti concordi, quindi , i relatori sulla necessità di una riforma.
Carminantonio Esposito, presidente del Tribunale di sorveglianza di Napoli, ha dichiarato: “Si rende necessaria un’ulteriore riforma della legge penitenziaria , affinchè essa sia compatibile col principio di rieducazione del condannato: la nostra costituzione, inoltre limita la discrezionalità del magistrato nell’attribuzione della pena, laddove la valutazione della personalità del condannato è fondamentale per la sua quantificazione”.”Questo convegno- ha aggiunto- affronta temi fondamentali come i diritti non negoziabili previsti dagli articoli 2, 3, 27 della costituzione: la tutela della dignità dell’uomo deve essere un argomento trasversale, non di destra e neanche di sinistra, ma l’indispensabile riforma non può essere a costo zero”.
Incisivo l’intervento di Umberto Ranieri, presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa: “E’ opportuno un rinnovato impegno civile: bisogna attenersi alla costituzione senza segnare tragicamente il destino del condannato: le attività di rieducazione sono fondamentali per il reinserimento sociale, consentendo al tempo stesso una graduale risoluzione del sovraffollamento delle carceri”.
Anche il prof. Glauco Giostra, ordinario di procedura penale presso la Sapienza , ha lodato l’operato del presidente della repubblica emerito Giorgio Napolitano, che col suo messaggio alle camere ha dato impulso ai 28 tavoli di riforma. E , a questo riguardo ha dichiarato: “Non sempre i risultati saranno all’altezza delle aspettative, ma si renderà necessario un coinvolgimento dell’opinione pubblica in questo graduale processo volto a dare dignità al carcerato”. “La stampa – ha aggiunto ha notevoli responsabilità nell’aver creato allarmismi nell’opinione pubblica e nel creare lo stigma sociale verso il condannato: si calcola, infatti che la stampa italiana sia quella che si occupa maggiormente di reati penali rispetto ad altri stati europei”.Per Marcello Bortolato, magistrato di sorveglianza e membro della giunta ANM,si rende necessaria una riforma della legge penitenziaria del 75, resa oltremodo urgente dalla sanzione comminata all’Italia dalla corte europea.
Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, ha dichiarato: “Il carcere è concentrato su strutture verticistiche alle quali si affianca il volontariato. La denunzia delle condizioni del carcere deve sensibilizzare tutti sulla scia di quanto indicato da Napolitano – ha dichiarato, ed ha aggiunto- sulla scia della riforma del 75 la detenzione per donne anziani, migranti e minori dovrebbe essere limitata al minimo indispensabile senza violare i diritti previsti dall’art. 27 della costituzione”.
Molto incisivo il messaggio del ministro della giustizia Andrea Orlando, che ha dichiarato: “Il messaggio alle camere del Presidente della Repubblica Napolitano avente ad oggetto le criticità del sistema carcerario italiano ha costituito un valido monito, un percorso indicativo per uscire da una preoccupante impasse: attualmente i detenuti sono circa 50000 a fronte dei 64758 denunciati nel 2013 , sono inoltre stati introdotti validi strumenti compensativi alle misure detentive e inoltre è prevista per i detenuti minorenni la possibilità di poter prolungare lo sconto di pena presso i penitenziari minorili fino a 25 anni di età .”
Il ministro Orlando, ha inoltre stigmatizzato un certo comportamento della stampa volto a generare una paura derivante dalla prospettiva della chiusura degli OPG e da facili scarcerazioni:” è necessario rieducare i carcerati ( 3 miliardi di euro sono stati stanziati in tal senso) e veicolare , attraverso la magistratura e le associazioni, l’importanza di tali operazioni volte all’integrazione sociale di persone che abbiano concluso il loro debito con la giustizia: solo in tal modo difficilmente potranno reiterare i reati commessi”.
Molto critico, infine, il presidente emerito Giorgio Napolitano, che ha rievocato il suo messaggio alle camere e che non ha risparmiato critiche alla stampa e classe politica attuale, rea,quest’ultima, dal suo punto di vista, ora come negli anni passati, di non occuparsi adeguatamente all’emergenza carceraria. Ha inoltre auspicato una necessaria riforma del titolo v della costituzione . “Il mio messaggio-ha dichiarato soddisfatto- ha dato dei frutti, ma ora ha concluso , l’evoluzione di questo percorso, è affidata al mio successore, il presidente Sergio Mattarella”.