“La Mansarda”, che opera da anni a fianco dei detenuti ed ex detenuti,fondata da Samuele Ciambriello d’intesa con l’associazione di promozione sociale “Il Sole Sempre”, fondata da Dominique Pontoriero, ha promosso un laboratorio espressivo e creativo di disegno e pittura all’interno del carcere di Poggioreale, dal titolo “I colori della libertà”.
Un ciclo di incontri iniziati a luglio, destinati ai detenuti primari del padiglione Firenze, vale a dire coloro che entrano per la prima volta in carcere, qualunque sia il reato commesso. I reclusi hanno ideato, disegnato e colorato, seguendo la propria espressività e fantasia, durante questo periodo di attività e i lavori svolti in questo tempo, saranno esposti in una mostra tutta dedicata a loro, che si terrà lunedì 24 ottobre alle ore 11.00 al carcere di Poggioreale. Saranno presenti Tommaso Casillo, vice presidente Consiglio Regionale della Campania, Gerarda Molinaro, presidente ordine Assistenti Sociali della Campania, Paolo Ricci, presidente Accademia delle Belle Arti, Tommaso Contestabile, Provveditore campano Ministero della Giustizia e Antonio Fullone, Direttore carcere di Poggioreale.
Il corso parte dal presupposto che forme e colori risveglino in ciascuno sensazioni e sentimenti personali, e che l’arte sia un viaggio nei luoghi interni a noi, dove vibra il colore e danza la forma, che l’espressione artistica rappresenti pertanto un ponte tra il mondo e le nostre immagini; in questo senso, il laboratorio ha proposto un breve viaggio nell’universo del disegno e delle immagini per poter riscoprire una propria arte creativa, che è unica e irripetibile, ed espressione della propria soggettività, insomma uno stile personale capace di dar vita a forme ed emblemi che parlino di sé.I l “murales” realizzzato a piano terra del padiglione Firenze,un albero che genera vita,è la sintesi delle loro speranze.
Per Samuele Ciambriello, presidente dell’associazione “La Mansarda”, «l’obiettivo finale non è, dunque, soltanto quello di creare un’opera con le proprie mani, ma soprattutto quello di apprendere l’arte del disegno e della pittura e di imparare ad esprimersi e a comunicare attraverso le immagini,a ritrovarsi.E’ stata anche un’occasione , per i ristretti la prima volta, di dialogare,di emarginare le prime ferite con i volontari.
Per questi detenuti che entrano per la prima volta in carcere è un modo concreto per guardarsi dentro e scoprire ciò che a volte non trova altra strada per venire fuori. Un moto di comunicazione e libertà, tra di loro e verso il mondo, per ritrovarsi e ritrovare la reciprocità, perché se manca quest’ultima, allora non c’è relazione umana».
Dalla pittura ad olio al carboncino, dal chiaroscuro alla prospettiva, dalla natura morta al ritratto, incontro dopo incontro i detenuti hanno sperimentato le tecniche della composizione artistica sotto la guida del docente e pittore Catello Zanca.