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Il centrosinistra che occorre, al Paese e al PD

Da una parte c’è Matteo Renzi che nell’ultima direzione nazionale del Partito Democratico ha indicato la via del partito della nazione, un partito contenitore di realtà diverse che inglobi i transfughi di Scelta Civica e Sel, un partito a vocazione maggioritaria che vede nel 41% un punto di partenza e non di approdo. Dall’altra parte c’è il fermento di un’area progressista complessa e variegata nella quale si ritrovano vecchi e nuovi soggetti politici e individualità convinti della necessità di riscoprire il senso e la forma del termine centrosinistra. Non solo a livello nazionale, ma anche nei territori, come accaduto ieri sera ad Avellino nel corso dell’incontro promosso dalla neonata associazione politico culturale “Irpinia di Base” fondata dall’ex Udc Enza Ambrosone.

La riflessione attorno al “Centrosinistra che ocCorre” è stata particolarmente ricca di interventi di alto profilo che hanno innanzitutto chiamato in causa il Partito Democratico, e non solo per la presenza di alcuni esponenti democratici tra i relatori. E’ il PD che in Irpinia, come a Napoli o Roma deve assumersi l’onore e l’onere di fare chiarezza sulla natura del centrosinistra ancora prima di proporre nomi e candidati in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

«Il nostro è un tentativo dall’esito non scontato, sarebbe stato meglio attendere alla finestra perché il quadro politico cambia  rapidamente» – ha spiegato la padrona di casa Ambrosone che, nel presentare la sua associazione, non ha rinnegato «il tentativo fatto con l’Udc di rappresentare la terza via quando il bipolarismo sembrava cosa fatta. Ma poi l’Unione di Centro si è perso nella tattica e ha perso contatto con il territorio». Ecco perché la consigliera comunale avellinese ha deciso di ripartire da quello spazio a sinistra che il renzismo sta lasciando scoperto: «C’è bisogno di soggetti che completino il quadro rivendicando un dialogo democratico». In questo spazio, secondo Irpinia di Base, è possibile tenere insieme Sel e Scelta Civica, come accaduto in occasione delle Provinciali irpine. Il problema è che il Partito Democratico, troppo impegnato a discutere delle questioni interne e a governare la complessità delle sue correnti, sembra non accorgersi delle dinamiche in corso e, per dirla con le parole del deputato di Sel Giancarlo Giordano, «come partito più grande dell’area progressista non si sta facendo carico delle alleanze» fermo restando che il centrosinistra deve essere «uno strumento, non una religione. Al tempo di Renzi ragionare di centrosinistra è questione troppo delicata, significa andare contro vento. Il centrosinistra è l’incontro di culture che nel Pd non si incontrano, un partito predatorio che non accetta opinioni divergenti. Renzi punta al partito della nazione quando servirebbe un partito con una funzione nazionale, e scegliere di rappresentare una sola parte sarebbe un’operazione troppo esclusiva per un partito contenitore» – ha continuato Giordano agganciandosi alla riflessione dell’ex vicesegretario del Pd irpino Francesco Todisco. «A me spaventa – aveva detto Todisco – il ragionamento sul partito della nazione che è stato fatto in direzione nazionale perché un partito deve essere “una parte”, se sceglie di rappresentare tutto e il contrario di tutto non è nulla. Il Pd non può permettersi di rappresentare Squinzi e l’operaio della Irisbus, nasce dall’incrocio di tre culture, quella laico-marxista, quella cattolico-democratica e quella liberale-azionista, e su questi filoni si fonda l’adesione in Europa al Pse».

«Ci deve tenere insieme – è stata la chiusura di Enza Ambrosone – il voler riformare tenendo alla base della nostra azione la solidarietà sociale, la capacità di tenere dentro tutti, di gestire il dissenso anziché espellerlo. Il centrosinistra è tale se parla di merito e di sviluppo. Va da Sel a quella parte dei moderati che scelgono con chiarezza da che parte stare. Se è vero che il tempo del partito pesante, capillarmente presente sul territorio, è passato, è altrettanto vero che l’individualismo non può essere la soluzione. Potevamo decidere di essere solo un’associazione culturale, ma abbiamo deciso (come Irpinia di Base, ndr) di fare politica e ritrovare la militanza”.

Della discussione anche l’altro promotore dell’iniziativa e consigliere comunale avellinese Carmine Montanile, i sindaci democratici  di Sant’Angelo dei Lombardi e Montoro, Rosanna Repole e Mario Bianchino, e quello di Santa Lucia di Serino Fenisia Mariconda.

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