Le favole, da sempre, raccontano i boschi e la natura in modo oscuro, pericoloso, pieno di insidie, dove di solito si incontra il lupo cattivo.
La foresta che abbraccia il castello della Bella addormentata non è meno inquietante. Gli alberi che ci racconta Daniele Zovi nel libro Utet sono invece rassicuranti, ci parlano, nutrono la nostra sete di natura, ci invitano ad addentrarci e a camminare tra gli alti fusti. Ma soprattutto il libro di Zovi, ‘Alberi sapienti, antiche foreste’, ci consiglia di ascoltare gli alberi perché, scrive:’ ’la foresta è immersa inun silenzio fatto di mille rumori’’.
Le foglie mosse dal vento, il fruscio di quelle secche a terra, il cigolio dei rami, i versi degli uccelli, il suono degli animali che si muovono nel sottobosco, il ticchettio degli insetti che camminato sui tronchi, il ronzio delle zanzare e il canto dei grilli sono la voce della foresta che l’autore ci insegna ad ascoltare.
Zovi scrive per l’appunto che: ‘’Se si sta dentro un bosco in posizione di ascolto, prima o poi si avverte, si intuisce la presenza di un flusso di energia che circola tra i rami, le foglie, le radici. Talvolta è un sussurro, altre volte strepiti e grida. È come se le piante parlassero tra loro, gli alberi non hanno occhi ma vedono’ ad esempio il sole e la luce che si sposta“.