Giovanni Marandino, 83 anni, salernitano, giunge in ambulanza il giorno 3 febbraio scorso al carcere di Poggioreale in custodia cautelare, accusato di usura ed esercizio abusivo di attività finanziarie. Era sottoposto a misura restrittiva dell’obbligo di dimora nel comune di Capaccio (Paestum).
“Sto seguendo la vicenda sanitaria del signor Marandino, che versa in precarie condizioni di salute: nello specifico, il detenuto soffre delle seguenti patologie: severa vasculopatia cerebrale con disturbi mnesici e disorientamento temporo spaziale, depressione maggiore, ateromasia carotidea, distiroidismo, bpco, apnee notturne, diabete mellito scompensato e complicato, pregresso intervento per sostituzione valvola aortica, anuloplastica mitralica e rivascolarizzazione miocardica con bypass, postumi deiescenza ferita sternale tratta con vac terapy, cardiopatia sclero-ipertensiva-ischemia con pregresso ima, aritmia cardiaca da fibrillazione atriale cronica, postumi pancreatite, ipb, incontinenza neurogena, i.r.c da rene policistico, deficit visus, ipoacusia, laparocele, reflusso gastroesofageo, diverticolosi colon, severa artrosi polidistrettuale con gravi limitazioni funzionali. Sabato scorso, 22 febbraio 2021, è stato colto da un malore ed è stato trasportato all’ospedale Pellegrini, dove è rimasto in osservazione per tutta la notte e domenica ha fatto ritorno in carcere.” Così il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello, ricostruendo il complesso quadro clinico del detenuto Marandino.
Poi continua nella sua veste istituzionale, con la seguente dichiarazione: “Sono in contatto quotidiano con la Direzione sanitaria del carcere di Poggioreale che mi aggiorna sui trattamenti sanitari in corso. Credo che il diritto alla salute e alla vita debba godere di adeguata tutela anche rispetto alle esigenze di giustizia e di accertamento da parte dell’autorità giudiziaria. Pur nel rispetto del sistema cautelare in caso di gravi reati, ritengo che ciò debba essere attuato attraverso la gradazione della misura con l’applicazione di una restrizione più adeguata allorquando la persona coinvolta si trovi in condizioni psicofisiche precarie, come nel caso del signor Marandino”.
Il garante Ciambriello infine stigmatizza le tante polemiche in corso sui giornali e nei dibattiti televisivi rispetto ai reati ostativi, alla certezza della pena: “È la Costituzione italiana all’art 32 che definisce la salute come diritto fondamentale dell’individuo. Significa che tutto ciò non riguarda solo il singolo ma si riflette sulla collettività. La tutela della salute è un valore costituzionale supremo di ogni cittadino, libero o diversamente libero, lo voglio dire anche a tanti pennivendoli e giornalisti televisivi giustizialisti e a quanti, anche tra i politici, disconoscono gli articoli della Costituzione sul tema “Carcere e salute”. Nello svolgimento della mia funzione, nei continui colloqui che ho con i detenuti e con gli uffici giudiziari, mi occupo personalmente di centinaia di casi analoghi”.
Sul caso è intervenuto anche il Garante napoletano dei detenuti Pietro Ioia, lanciando un appello al neo ministro della Giustizia Marta Cartabia.