“Mariano, il detenuto tossicodipendente del reparto Roma di Poggioreale morto ieri per cause ancora da accertare è stato portato per effettuare l’autopsia al secondo policlinico di Napoli. Padre di tre figli di 10, 6 e 3 anni si è costituito il 16 gennaio 2021 e giovedì aveva l’udienza per ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. In settimana aveva avuto colloqui con il suo avvocato, la videochiamata con la moglie il giorno prima e una visita del consulente epidemiologico. Giustizia e Verità. I morti in carcere per diverse cause non possono essere solo numeri. Quanti decessi devono verificarsi tra i detenuti per far indignare anche l’opinione pubblica? E la politica cinica e pavida perché non decide? In questo tempo di pandemia la pena, ad oggi, porta più di ieri con sè un sovraccarico di sofferenze e umiliazione non scritto in sentenza e, soprattutto, non riesce a ricostruire una nuova identità sulla quale innestare un percorso di cambiamento”. Questo quanto dichiarato dal garante campano delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello, in seguito alla morte di Mariano Svetti, trentottenne ristretto presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale. Una morte che, pur essendo le cause ancora da accertare, è causa di indignazione, poiché il carcere si dimostra ancora una volta luogo di sofferenza e afflizione. Essa inoltre pone molti interrogativi anche rispetto alla permanenza di soggetti tossicodipendenti presso gli istituti penitenziari, anziché presso strutture idonee a seguirli in un percorso di riabilitazione.
A cura di Giusy Santella