“Ogni volta che vado in un carcere trovo sempre qualche novità in negativo o qualche buona prassi. Oggi recandomi in una visita al carcere di Ariano Irpino (Av) scopro che i familiari dei detenuti, quando effettuano un vaglia postale pagano 6.50 € e poi indipendentemente dall’entità dell’importo, la posta trattiene ulteriori 16 euro. È immorale, illegale, indegno. Duplice estorsione? “ ha denunciato il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello.
Il garante poi continua, evidenziando un’altra negatività: “Il sopravvitto è qui rincarato rispetto ad altri istituti campani su alcuni prodotti che riguardano generi alimentari,per l’igiene o anche per la bomboletta del gas. chi controlla tutto questo? Perché accadono queste cose? Questa del sopravvitto nelle carceri sta diventando un altro tipo di estorsione che si fa nei confronti dei diversamente liberi che si ritrovano ad acquistare prodotti che costano talvolta più del doppio rispetto a fuori.”
Oggi il garante, accompagnato dal suo staff e dalla Direttrice Maria Rosaria Casaburo, ha visitato diversi padiglioni intrattenendosi con i detenuti, parlando con loro, ascoltandoli. È stato poi anche nell’infermeria. “Spero che quanto prima vengano fatti dei lavori per adeguare questo reparto, sia in termini di accoglienza che in termini sanitari, ad un vero centro clinico. Gli stessi detenuti, in post operazione, o celiaci, non ricevono cure adatte sia in termini sanitari che riguardo le proprie esigenze alimentari” continua il professor Ciambriello.
Il carcere, che conta 336 detenuti, di cui 290 definitivi, la maggior parte dei quali arrivati in seguito a provvedimenti disciplinari, con una presenza di 60 detenuti tossicodipendenti, ha appena 2 educatori,non ci sono attività trattamentali, ne un campo sportivo, nè una palestra, nè iniziative ludiche o culturali. La situazione tragica dell’istituto,secondo il garante regionale dei detenuti, determinata dalla carenza di personale pedagogico, dalla struttura fatiscente, è aggravata anche dallo scarso numero di agenti di polizia penitenziaria che effettivamente opera in carcere, rispetto al numero previsto in pianta organica. In istituto sono presenti solo due psicologhe con poche ore a disposizione, uno psichiatra che si reca lì saltuariamente, insomma va potenziata sia la presenza di figure sociali, sia il numero delle ore per le quali sono presenti in istituto visto che partecipano anche alle commissioni di disciplina e quindi il rischio è che vedano il detenuto o per 5 minuti al mese o che non lo vedano proprio. Il Garante lancia un appello alle associazioni,alle cooperative, agli artigiani, affinché possano entrare nelle mura del carcere per delle attività. Infine conclude: “ Se dovessi sintetizzarlo con una battuta direi che in questo carcere si vive di ozio, visto che non ci sono neanche detenuti art 21 all’esterno del carcere ”.