Economia e Welfare

IL GOVERNO ITALIANO, FORSE CI RIPENSA SULL’ADDIO AGLI ODIATI CENTESIMI

Ci danno fastidio nelle tasche perchè sono piccole, invisibili e non servono poi a molto se non a fare numero. Parliamo dei centesimi, gli annosi spicci di cui si può anche far a meno. Lo stop a produrle dovrebbe arrivare nel 2018, come previsto dalla «manovrina», il decreto sui conti pubblici che domani dovrebbe diventare legge con il via libera definitivo da parte del Senato. Ma il governo potrebbe ripensarci. Il problema è stato sollevato  dalla commissione Finanze del Senato. Lo stop era stato deciso perché la produzione delle monetine ha un costo superiore al loro valore: coniare una moneta da un centesimo costa 4,5 centesimi, per quella da 2 centesimi si arriva a 5,2. Fermare la produzione potrebbe generare un risparmio che lo Stato, secondo la «manovrina», potrebbe destinare alla riduzione del debito pubblico. Le monetine avrebbero ancora corso legale ma andrebbero di fatto in pensione perché i prezzi verrebbero arrotondati ai 5 centesimi più vicini. In alcuni casi verso il basso, in altri verso l’alto. Ed è proprio questo il punto sottolineato dalla commissione Finanze del Senato. «C’è il rischio – dice il presidente della commissione Mauro Maria Marino (Pd) – che lo stop alle monetine si traduca in un aumento dei prezzi, che colpirebbe soprattutto le fasce più deboli della popolazione». Da qui la richiesta al governo di fare marcia indietro.

Tuttavia, l’Italia non sarebbe il primo Paese a cancellare le monetine. In Finlandia l’arrotondamento dei prezzi ai 5 centesimi più vicini è stato introdotto nello stesso giorno dell’avvento dell’euro, il primo gennaio del 2002. Lo stesso passo è stato fatto due anni dopo dall’Olanda, nel 2010 dall’Irlanda, nel 2014 dal Belgio. In tutti questi Paesi il modello è lo stesso: si arrotonda solo il conto finale della spesa, non i singoli prodotti, e solo per i pagamenti i contanti. I conti che finiscono con 1,2,8, o 9 centesimi si arrotondano a zero. Quelli che terminano con 3, 4, 6 o 7 centesimi si arrotondano a 5. In alcuni casi verso il basso, dunque, in altri verso l’alto.

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