L’artista e la sua Parigi, si può dire che fanno da filo conduttore alla straordinaria mostra visitabile fino al 7 luglio nella splendida cornice di Palazzo Reale di Milano e curata da Isolde Pludermacher, Caroline Mathieu e Guy Cogeval, quest’ultimo storico presidente del Musèe d’Orsay e dell’Orangerie di Parigi da cui proviene la maggior parte delle opere in esposizione. «Malgrado le figure femminili rivestano un ruolo importante nella pittura di Manet – avverte Isolde Pludermacher, profondo conoscitore dell’artista – raramente siamo di fronte a ritratti nel senso tradizionale del termine… Spesso a lasciare sconcertati i contemporanei è l’ambiguità dei soggetti: l’interesse dell’artista è rivolto all’interiorità delle sue modelle, colta essenzialmente attraverso il loro sguardo, ora intenso, ora malinconico, ora smarrito, vivace o divertito. È lo sguardo a rilevare il grado di complicità esistente fra il pittore e la donna che posa per lui e a creare una relazione singolare tra l’osservatore e il dipinto...». La mostra intende raccontare il percorso artistico del grande maestro (1832-1883) che, in poco più di due decenni di intensa attività, ha prodotto 430 dipinti, due terzi dei quali copie, schizzi, opere minori o incompiute. Un corpus in sé affatto esteso, ma in grado di rivoluzionare il concetto di arte moderna. Una vicenda la sua, che si intreccia a quella di altri celebri artisti, molti tra loro compagni di vita e di lavoro di Manet, frequentatori assieme a lui, di caffè, studi, residenze estive, teatri. Le opere presenti in mostra arrivano dalla prestigiosa collezione del Musée d’Orsay di Parigi: un centinaio di opere, tra cui 55 dipinti – di cui 17 capolavori di Manet e 40 altre splendide opere di grandi maestri coevi, tra cui Boldini, Cézanne, Degas, Fantin-Latour, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac, Tissot. Alle opere su tela si aggiungono 10 tra disegni e acquarelli di Manet, una ventina di disegni degli altri artisti e sette tra maquettes e sculture. Sul sito del Palazzo Reale di Milano, si legge: “il ritratto, la natura morta, il paesaggio, le donne, Parigi, sua città amatissima, rivoluzionata a metà ‘800 dal nuovo assetto urbanistico attuato dal barone Haussmann e caratterizzata da un nuovo modo di vivere nelle strade, nelle stazioni, nelle Esposizioni universali, nella miriadi di nuovi edifici che ne cambiano il volto e l’anima”.