Louvre Abu Dhabi apre nel segno degli Olandesi la stagione delle grandi mostre del 2019. “Rembrandt, Vermeer & the Dutch Golden Age”, dal 14 febbraio al 18 maggio, è un viaggio tra i capolavori dalla Leiden Collection e del Louvre di Parigi: ben 16 opere di Rembrandt tra le oltre novanta dei grandi maestri del Seicento riunite nella prima esposizione del genere in Medio Oriente. E’ anche l’ occasione del debutto della prima opera di Rembrandt acquisita nel dicembre scorso – un studio della figura di Cristo in preghiera dipinto tra il 1648 e il 1656 – che entrerà nelle collezioni permanenti del museo. L’ altro appuntamento di spicco, dal 25 aprile al 13 luglio, è la rassegna fotografica “Opening the Album of the World Photographs 1842-1896”, realizzata in collaborazione con il Musée du quai Branly. “Queste due mostre illustrano solo parzialmente la versatilità ad ampio spettro delle nostre esposizioni temporanee”, dice all’ ANSA Emma Cantwell, direttore facente funzioni Marketing e Comunicazioni del museo emiratino.
La splendida struttura di Jean Nouvel sospesa sull’acqua nell’isola di Saadiyatt dopo aver spento all’ inizio dello scorso novembre la candelina dei primi 12 mesi di vita premiati da più di un milione di visitatori, è pronta ad accogliere “il maggior numero di persone di ogni età e contesto”. “Il primo anno di Louvre Abu Dhabi è stato incredibilmente entusiasmante – spiega -. Oltre all’ apertura delle gallerie che offrono uno sguardo diverso sulla storia dell’ arte universale e raccontano storie che evidenziano il dialogo culturale, abbiamo presentato quattro principali mostre internazionali con i partrner dei musei francesi e lanciato Co-Lab, un programma che abbina gli artisti emergenti degli Emirati con quattro storiche produzioni francesi. Abbiamo accolto più di mille gite scolastiche e tanti piccoli visitatori hanno seguito le attività organizzate dal Museo dei Bambini”. Il museo è piaciuto agli oltre 600 mila stranieri che l’ hanno scelto come tappa del tour nella capitale degli Emirati Arabi e agli oltre 400 mila visitatori “locali”.
Merito anche dei uno dei piatti forti dell’ inverno, la mostra “Roads of Arabia: Archaelogical Treasures of Saudi Arabia”, che chiude in questi giorni, sulla storia della Penisola Arabica attraverso una selezione eccezionale di reperti di archeologia e cultura. “Lo scorso ottobre – ricorda Cantwell – abbiamo annunciato la presentazione di undici nuove acquisizioni nelle nostre gallerie permanenti, tra le quali una maestosa scultura medioevale dalla Cina, un raro tappeto Mamluk egiziano, una spettacolare armatura di cavallo ottomano della fine del 1400, e quattro arazzi eccezionali delle manifatture reali raffiguranti la Caccia di Massimiliano d’ Asburgo, duca di Brabante”. La “cupola iconica” pensata dall’ architetto francese, che fa da scudo ai raggi solari lasciando filtrare una pioggia di luce dalla trama fitta di acciaio e alluminio, gli spazi eleganti e gli ambienti offrono un colpo d’ occhio davvero suggestivo. “I visitatori stranieri – osserva – possono scoprire le gallerie permanenti innovative che presentano affiancati reperti e oggetti di civiltà, geografie e culture diverse per evidenziare le analogie e intensificare il dialogo culturale”. In questo senso, rappresenta un unicum e un grande segnale di apertura la sala delle religioni nella quale “convivono” i grandi libri sacri del monoteismo, il Corano, la Bibbia, la Torah e la Sutra buddista.