C’era un tratto di strada, nel 1700, che, costeggiando il mare, portava da San Giovanni a Teduccio fino a Torre Annunziata.
Un tratto di strada caratterizzato da meravigliose ville settecentesche, ricche di rigogliosi giardini. Lì vi si poteva trovare tutta l’aristocrazia napoletana in un tragitto di incantevole bellezza e di forti contrasti.
Quella strada fu soprannominata il Miglio d’Oro, là dove prima c’era l’antica “strada delle Calabrie”.
La bellezza di quei luoghi era già stata notata verso la metà del 1500 da Carlo V che vi soggiornò per un lungo periodo presso la villa di Leocopetra.
Le eruzioni del Vesuvio, nel lungo periodo che va dal 1621 al 1738, scoraggiarono i reali e la loro corte dal fermarsi ancora, ma dopo di allora questo tratto incantevole della costa Partenopea tornò a vivere.
Si racconta che il principe francese Maurizio di Lorena una volta stabilitosi a Napoli ebbe notizia che nei dintorni della nostra città vi erano posti dove si potevano trovare marmi di buona fattura e questi, che voleva lanciarsi proprio nel commercio di marmi, non si fece sfuggire l’occasione.
Recatosi nei pressi di Portici ed Ercolano, comprò alcuni appezzamenti di terra e cominciò i lavori di scavo in quelle che credeva cave. Ma non di cave si trattava, né di altro marmo grezzo, bensì, di residui di antiche colonne e di antichi templi e, scavando scavando, incominciarono ad uscire fuori persino delle statue, poi dette “Ercolanesi”.
Tutto il materiale fu portato a Vienna ed acquistato da Augusto II di Sassonia, la cui figlia era sposa di Carlo di Borbone. La regina Amalia di Sassonia, innamorata dell’arte e in particolare dei ritrovamenti di Ercolano, convinse il re ad erigere una gigantesca villa a Portici. Ed ecco nascere la Reggia di Portici, con un museo di antichità alimentato principalmente dagli scavi di Ercolano e poi dagli scavi di Pompei.
Grazie a queste meraviglie molti nobili napoletani decisero di costruire le loro dimore lungo la Strada Delle Calabrie e tutta la zona divenne un sito pregiatissimo in cui vivere. Le ville aristocratiche si inserirono magnificamente in questo splendido giardino naturale che era allora questo tratto di costa, con il contorno del Vesuvio e la brezza marina che rendevano questo luogo veramente incantevole.
Tra le ville settecentesche vanno ricordate la Villa Faraone a San Giovanni a Teduccio, la villa Percuoco poco distante e tra le ville più antiche Villa Vignola con una struttura a due C contrapposte.
Nella vicina Barra c’è la Villa Bisignano conosciuta anche col nome di Palazzo Bisignano Chiaromonte di Sanseverino fatta erigere nel 1500 dalla famiglia Carafa di Maddaloni.
Sempre a Barra c’è Villa Pignatelli di Monteleone del 1728 ,voluta dal Duca Diego Pignatelli, su progetto tra gli altri di Ferdinando Fuga.
A San Giorgio a Cremano, c’è Villa Bruno, che nel XIX secolo ospitò la fonderia dove furono costruite le statue di bronzo di Piazza Plebiscito.
A Portici troviamo Villa d’Elboeuf, dove Ferdinando IV fece costruire il bagno della Regina con un suggestivo affaccio sul mare. Ad Ercolano troviamo Villa Campolieto e Villa Ruggiero con terrazzi panoramici e una struttura ad U.