Raggiungere i propri lettori là dove sono presenti: è questa la sfida dei giornali italiani in tempi di connessioni e utenti sempre più mobile. Con i canali su Telegram, i giornali approfittano di un bacino di utenti potenzialmente ampissimo; infatti, gli iscritti al servizio sarebbero attualmente almeno 100 milioni, in crescita rispetto ai mesi precedenti, anche se non sono disponibili dati per paese. Ben più della semplice possibilità di fornire link e aggiornamenti direttamente all’interno dell’app, dai giornali su Telegram ci si aspetta, insomma, un’informazione sempre più mobile native. Ad esempio, notifiche push sulla base dei propri interessi o delle news consultate in precedenza, sessioni di pochi minuti, notizie selezionate e scomposte nello spazio di un messaggio di testo con cui interagire, come si farebbe in qualsiasi altra ‘normale’ conversazione, chiedendo ulteriori dettagli, per esempio, o passando velocemente ad argomenti di maggiore interesse. In altre parole, un’esperienza di lettura completamente nuova. Tra i giornali italiani già presenti su Telegram, vi si annoverano: Wired e Vice News, unici a sfruttare l’app in tutte le sue potenzialità – compresi video, gif ed emojii – e con un’impostazione dialogica ed informale finalizzata all’engagement dei lettori. Tra le altre testate che hanno già aperto canali su Telegram anche Libero, Il Quotidiano Piemontese, Il Gazzettino di Treviso, la sezione tecnologia de La Stampa e quella friulana dell’Ansa. Il Corriere, invece, sceglie per ora l’opzione chatbot, una sorta di chat che interagisce con gli utenti e risponde alle loro richieste: all’avvio della chat il bot chiederà che notizie si vogliono ricevere, permettendo di scegliere, tra le diverse categorie disponibili, quelle da cui avere aggiornamenti. Tuttavia, i canali delle testate italiane non sembrano ancora convincere gli utenti Telegram, tanto che gli iscritti non superano mai i 400 e, in alcuni casi, sono appena 50.