“Delle migrazioni ve ne siete accorti solo ora, perche’ il fenomeno ha toccato l’Europa ed avete cominciato a viverlo, ma nel mondo c’e’ sempre stata. E comunque ricordiamo che siamo tutti figli della stessa specie“. Così si è espresso Sebastio Salgado, il piu’ importante fotografo documentario del nostro tempo. ‘Genesi’ al PAN – Palazzo delle arti( fino al 28 gennaio) ”e’ stata l’occasione per venire qui, ammira la bellezza di questa citta”’, racconta Roberto Koch, che lo ha intervistato al Maschio Angioino, in una sala dei Baroni gremita da centinaia di giovani: migranti, sfruttamento dell’uomo sull’uomo, salvaguardia del pianeta, i temi toccati in oltre un ora e mezza, parlando in francese, che sono quelli della sua fotografia, insieme al racconto della carriera. Curata da Le’lia Wanick Salgado su progetto di Contrasto e Amazonas Images, la mostra – con 245 eccezionali immagini in bianco e nero – e’ frutto della collaborazione di Civita Mostre con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. Genesi e’ un progetto iniziato nel 2003 e durato 10 anni, ‘un canto d’amore per la terra e un monito per gli uomini’ e racconta la bellezza del patrimonio unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta. Dalle Galapagos tra tartarughe giganti, iguane e leoni marini, Salgado ha viaggiato tra le zebre e gli animali selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania. Un’attenzione particolare e’ riservata anche alle popolazioni indigene ancora vergini: gli Yanomami e i Cayap dell’Amazzonia brasiliana; i Pigmei delle foreste equatoriali nel Congo settentrionale; i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribu’ Himba del deserto della Namibia e quelle piu’ remote delle foreste della Nuova Guinea.