di Giuliano Laccetti, ordinario di Informatica Federico II, Napoli, membro Direzione Metropolitana PD Napoli
E’ questo il senso di un mio appello, reso noto fin dall’indomani delle elezioni, quando si è delineato il ballottaggio De Magistris-Lettieri; ed ora, in qualche modo, risposta dovuta alle riflessioni di Salzano.
Anzi, più precisamente. Lunedi stesso ho chiesto al presidente dell’assemblea Elisabetta Gambardella, e al Segretario Venanzio Carpentieri, il massimo dirigente del partito a Napoli, di convocare una riunione di Assemblea o Direzione per discutere della questione posizione del PD riguardo il ballottaggio a Napoli. E, preannunciavo, la mia proposta sarebbe stata” … non si può consegnare Napoli alla destra”. Con tutto quel che ne consegue. L’Assemblea è stata convocata, torno proprio ora dall’Hotel Ramada, con un … nulla di fatto. Probabilmente già d’accordo, qualcuno, prima dell’inizio dell’Assemblea, ha chiesto la verifica del numero legale, che ovviamente mancava. E’ stata concessa solo la parola per un brevissimo comunicato al segretario Carpentieri, che ha annunciato la sua intenzione di non dare indicazioni di voto né per De Magistris, né per Lettieri. Fine. Tutti a casa. Per una prossima convocazione a dopo i ballottaggi.
In realtà, sembra (e a quanto pare queste riflessioni di Salzano ne sono un po’ la conferma) che gruppi e correnti all’interno del PD si stiano organizzando per il voto a Lettieri. Altri, proponendo di lasciare liberi gli elettori PD, mettono sullo stesso piano Lettieri e De Magistris: questo o quello per me pari sono. E quindi rendono meno difficile una eventuale vittoria di Lettieri. A me pare davvero incredibile il solo porsi di questa questione!
Un amico mi ha definito “un’anima pura” (immagino per affetto e amicizia, per non dire fesso!): il PD non può che appoggiare Lettieri, mi ha detto, è il naturale esito della trasformazione “antropologica” del Partito. Non più di sinistra. C’è il pericolo quindi che Napoli cada nelle grinfie di Lettieri e dei suoi accoliti, reazionari, antidemocratici, fascisti, xenofobi, omofobi.
Qualcuno, per mascherare questa sua scelta politica, la butta sulla amministrazione: De Magistris non ha fatto niente, Lettieri potrebbe …
Una città non è un condominio, dove basta pagare la quota per il riscaldamento, o aggiustare un citofono guasto. Penso, mutatis mutandis, alle buche o alla manutenzione dei giardinetti, o allo spazzamento delle strade.
Una città è anche una idea, un progetto di vita, sociale e civile, coinvolge ideali, e, di conseguenza, le migliori energie intellettuali, professionali, sindacali, ecc …, in un lavoro quotidiano certo da un lato, ma di respiro ampio (5-10 anni) dall’altro, per dare un volto, una immagine alla città.
Beh, il volto di Napoli che intravedo uscire da una sindacatura Lettieri mi fa paura, e mi ha fatto immediatamente decidere di votare per De Magistris. Roberto Saviano ha recentemente scritto: “Renzi venga a dire ai napoletani di non lasciare la città nelle mani di Lettieri” Penso che possiamo fare nostro questo appello.
La responsabilità che tocca ad un grande partito nazionale (che non è il Partito della Nazione declinato alla renziana, con dentro Verdini, Alfano fino a – ancora? – Cuperlo, Epifani, Speranza, ma quello descritto e auspicato dalle profonde riflessioni di Reichlin e Scoppola, un partito cioè di parte, convintamente dalla parte dei “deboli”, in ogni senso, in ogni modo, ma che si fa carico delle istanze e dei problemi di tutti i ceti, di tutte le categorie, ecc… della nazione), come è o dovrebbe essere il PD, che lavora per il bene delle città e dell’intero paese, impone di fare una scelta chiara e di contribuire ad eleggere De Magistris per battere la destra di Lettieri. E immediatamente dopo sfidarlo nei contenuti: dal porto, a Bagnoli, allo smaltimento rifiuti, alla raccolta differenziata, alla mobilità, alla cultura, … stavolta facendo un vera opposizione, intelligente, costruttiva e non preconcetta, in Consiglio Comunale e nella città.
Proponendo e offrendo soluzioni e collaborazioni, criticando aspramente scelte sbagliate, accettando idee e proposte che, provenienti dall’amministrazione, fossero giudicate utili e buone per la città.
Indicando, appunto, se il caso, una immagine diversa di Napoli, quella del PD, del riformismo, del centrosinistra. Attraverso proposte concrete, per problemi quotidiani, e con idee “alte”, lungimiranti, di prospettiva.
L’idea di protagonismo civico che, a torto o a ragione, de Magistris incarna e che è riuscita a far passare nella testa della maggioranza dei napoletani, deve vedere il PD in prima fila.
Non si tratta di scegliere, come bene diceva Biagio De Giovanni qualche giorno fa, in una tranquillità e asetticità tecnocratica tra un Sala ed un Parisi quasi interscambiabili (eppure Sel appoggia Sala, Parisi è appoggiato dalla Lega Nord!) , ma, a mio avviso, pur nel frastuono di grida, parole, voci alte, promesse roboanti, tipiche di Napoli, tra un Masaniello, pur sempre rappresentante di un popolo che chiede giustizia e democrazia, ed un rappresentante di una destra che a mio avviso deve essere ricacciata indietro e alla quale non si deve consentire di mettere le mani sulla città. Al PD tocca il compito di non far scadere in tragedia (come nel caso storico reale!) il percorso del Masaniello. Possiamo averne la forza.