Domenica 27 maggio, il popolo colombiano affronta, il primo turno delle elezioni presidenziali, la tornata elettorale è segnata dal complicato accordo di pace con la guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). Fin’ora il paese vive un’ aumento della corruzione e la necessità di nuove riforme economiche. Questo è lo scenario che si paventa al popolo votante. Novità assoluta in questa campagna elettorale è legata agli ex ribelli, di fatto si presenteranno con un proprio partito politico per la prima volta — misura disposta dall’accordo di pace — mantenendo quindi il medesimo acronimo FARC (Forza Alternativa Rivoluzionaria del Comune). L’accordo di pace con le Farc, siglato nel 2016, ha posto fine a mezzo secolo di conflitto armato interno e ha reso possibile il disarmo di circa settemila guerriglieri, ciò nonostante appare comunque lontana la pace, soprattutto in alcune regioni rurali del paese. Il neo costituendo partito conta almeno mille dissidenti che non hanno accettato gli accordi, così come altre organizzazioni armate legate alla criminalità organizzata li ignorano. Inoltre, sono in via di definizione le trattative di pace con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN). Allo stato attuale risulterebbe favorito dai sondaggi Ivan Duque, del Centro democratico (il partito conservatore dell’ex presidente Álvaro Uribe). Le indicazioni portano a pensare che Duque, dovrebbe ottenere circa il quaranta per cento dei voti, a una decina di punti dal suo principale rivale, Gustavo Petro, della sinistra. Si andrà dunque probabilmente al ballottaggio. La data del possibile ballottaggio è fissata per il 17 giugno.
Raffaele Fattopace