Incontri con gli studenti dei corsi di laurea di Giurisprudenza, Servizio sociale e Scienze dell’educazione: il Portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti dei detenuti territoriali ha partecipato ad incontri dibattiti organizzati all’Università della Calabria su minori, detenzione e pena come punizione o (ri)educazione.
Il Portavoce Samuele Ciambriello : “ Le carceri sono al collasso e portano alla morte: in un anno 232 decessi totali, di cui 85 suicidi e 1133 tentativi di suicidi. Il tragico record apparteneva al 2022 quando in un anno si erano tolti la vita 84 detenuti.
Ho la percezione che i provvedimenti dell’ultimo anno utilizzano il diritto penale per allontanare il nemico. Nuovi reati che identificano nuovi nemici: mendicanti, protestanti, occupanti, detenuti, nomadi, immigrati, tossicodipendenti. Come si fa a tenere anche in carcere una popolazione di 8mila persone che devono scontare meno di un anno di carcere? Questo stride con l’art. 27 co. 3 Cost., ma impone un lavoro di squadra tra la comunità penitenziaria, la politica, il terzo settore, gli enti locali. Credo che sia arrivato il momento di un provvedimento di amnistia e indulto che ponga le condizioni per una più generale riforma del sistema penitenziario.
Agli studenti universitari ho ricordato che i diritti generano diritti, che l’indifferenza è un proiettile che uccide lentamente. Dobbiamo ritornare ad invocare un diritto penale come extrema ratio, prima che di pene dobbiamo parlare di prevenzione, accudimento ed inclusione sociale”.
Nella giornata, ancora, si è recato in visita nella Casa circondariale di Cosenza insieme al consigliere regionale Pietro Molinaro, presidente della commissione anti-ndrangheta.
“Un carcere con 278 detenuti, sia di Alta che di Media sicurezza, molti di loro campani ”, ha dichiarato ancora il Portavoce.