La solidarietà e la coesione sono al centro del messaggio del Capo dello Stato. Attenzione alla mancanza di lavoro, soprattutto per i giovani, e all’odio “come strumento di lotta politica”
Al contrario sono la mancanza di lavoro, l’odio come strumento di lotta politica (con particolare attenzione a quello diffuso sul web), le “diverse forme di illegalità” con in testa l’evasione e la corruzione, l’emigrazione dei più giovani per necessità e non per scelta, i fenomeni da combattere con più decisione. “Le difficoltà, le sofferenze di tante persone vanno ascoltate e condivise”, perché “non possono esserci cittadini di serie B”.
L’ambiente semplice che lo circonda, il tono sempre pacato, le parole rivolte quasi interamente alla condizione del Paese piuttosto che alle vicende della politica: Mattarella conferma così le anticipazioni della vigilia e più che raffigurare agli italiani l’immagine delle istituzioni, seppure in una fase particolarissima dopo il referendum del 4 dicembre e l’avvicendamento a palazzo Chigi tra Renzi e Gentiloni, preferisce rivolgersi a chi occupa posizioni di potere per mostrare forze e debolezze di un Paese non ancora uscito del tutto dalla crisi, ma caratterizzato da “fratture” persistenti.
Solo nel finale concede due passaggi più strettamente ‘politici’ (anche se politicissimo, in senso ampio, è tutto il suo intervento). Il primo rivolto all’Europa, alla quale chiede “gesti di concreta solidarietà sul problema della ripartizione dei profughi e della gestione, dignitosa, dei rimpatri”. Il secondo quando ribadisce che portare il Paese al voto dopo le dimissioni del governo Renzi sarebbe stato “poco rispettoso nei loro (degli elettori, ndr) confronti e contrario all’interesse del Paese”. La nascita di un nuovo esecutivo, invece, si è resa necessaria “sia per consentire al Parlamento di approvare nuove regole elettorali sia per governare problemi di grande importanza che l’Italia ha davanti a sé in queste settimane e in questi mesi”.