Il Rione Terra è un agglomerato urbano che costituisce il primo nucleo abitativo di Pozzuoli, abitato fin dal II secolo a.C. Si trova su una piccola altura che permetteva di controllare bene gli arrivi dei nemici provenienti sia dal mare sia dalla terra. Il quartiere fu sgomberato nel 1970 a causa della notizia di una presunta crisi bradisismica, annunciata dai geologi e diffusa attraverso i mezzi di comunicazione. Tra i motivi che indussero allo sgombero pesarono anche le pessime condizioni igieniche che vi albergavano. Ulteriormente danneggiato dal terremoto dell’Irpinia del 1980 e da una nuova recrudescenza del bradisismo negli anni Ottanta, il rione è stato per lungo tempo oggetto di restauro e riqualificazione, insieme al percorso archeologico sottostante. A partire dal 2014 è di nuovo aperto e visitabile ed aspetta ansioso di divenire il volano di un’attrazione turistica in grado di convogliare decine di migliaia di visitatori.
Per descrivere il Rione Terra di Pozzuoli, occorre inevitabilmente prendere a prestito un’espressione usata magistralmente da Alberto Angela in una puntata di Superquark “ C’è un quartiere dove i capitoli della lunga storia di Pozzuoli si sono sovrapposti come pagine di un libro, il Rione Terra”. Nessuna espressione può essere più esatta di questa. Infatti di tutto il territorio puteolano, la rocca del Rione Terra è l’unico luogo che è stato protagonista di tutte le evoluzioni storiche. Dai primi anni della colonizzazione greca e romana fino all’epoca moderna. Secondo lo storico greco Strabone, la rocca era da considerarsi lo sbarco di Cuma e fu qui quindi che con ogni probabilità, nel 529 a.C., sbarcarono gli esuli dell’isola di Samo e fondarono Dicerachia, il governo dei giusti. Fu però in epoca romana che Pozzuoli e la rocca conobbero il loro periodo di maggior splendore.
Pozzuoli per secoli è stato, prima della nascita di Ostia, il maggior porto di Roma e conseguentemente la città ne ebbe cospicui vantaggi economici. L’allora Puteoli divenne una colonia romana nel 194 a.C. ed aveva proprio nella rocca il suo motore. Con la nascita del porto di Ostia prima ed il decadimento dell’Impero Romano poi, Pozzuoli cadde velocemente in declino, fino a che la vasta città che si estendeva fino a comprendere la moderna Bacoli, si ridusse proprio alla piccola rocca del rione Terra. È da questo momento (400 d.C. circa) che questo angolo di città inizia a “stratificarsi”. Le culture che si sono succedute hanno costruito le loro botteghe e le loro abitazioni su quelle che un tempo erano le mura romane.
L’esempio più lampante di questo fenomeno è senza dubbio il duomo della città di Pozzuoli, che fu edificato proprio sulle mura del tempio di Augusto. Il duomo, costruito all’epoca della dominazione spagnola, ingloba il tempio di epoca romana, che a sua volta inglobava un tempio di età repubblicana risalente al 194 a.C., che venne già ristrutturato da Silla nel 78 a.C.
Il cuore palpitante da circa 2000 anni del Rione Terra è costituito dall’attuale Cattedrale, alla quale abbiamo dedicato un esaustivo saggio dal titolo esplicativo: Da un tempio greco romano alla cattedrale di Pozzuoli, al quale rinviamo il lettore che deve solo digitare il link
mentre per approfondire la straordinaria pinacoteca in essa conservata si può consultare il mio articolo: Ammiriamo i big del Seicento napoletano digitando il link
http://achillecontedilavian.blogspot.com/search?q=Dopo+mezzo+secolo+riapre+la+cattedrale+di+Pozzuoli+
Fino agli anni ’60 il Rione Terra era ancora il centro vivace, per quanto popolare, della città ed il passare dei secoli avevano ormai nascosto le costruzioni dei tempi romani. Il 2 marzo del 1970 la rocca venne evacuata a seguito di uno dei frequenti sciami bradisismici della storia di Pozzuoli. Da qual momento in poi la zona sarà abbandonata fino ai primi anni ’90, quando finalmente si decide di rimettere a nuovo quello che da sempre è stato il centro pulsante di una città dalla storia millenaria. Proprio durante i primi lavori di ripristino, la memoria romana è riaffiorata. Sotto il Rione Terra c’è un intero percorso archeologico quasi perfettamente conservato, che rende l’idea di come era 2000 e più anni fa. Senza esagerazioni si può dire che questa rocca sia un museo a cielo aperto di tutta la storia puteolana, dal 500 a.C. fino ai giorni nostri e non si può non visitarlo.
Il percorso archeologico sotterraneo del Rione Terra è un viaggio nell’antica colonia romana, Puteoli, fondata nel 194 avanti Cristo e divenuta presto porto commerciale di Roma. Il percorso è situato sotto la rocca di tufo che domina il golfo, tra Nisida e Baia e si sviluppa lungo gli assi principali della città romana, cardini e decumani. Il visitatore, passeggiando lungo le strade dell’antica Puteoli, verrà affascinato dall’architettura dei numerosi edifici, dai depositi di grano, dal forno per la lavorazione e la cottura del pane (pistrinum) con le macine quasi intatte, dai criptoportici, dalle botteghe e dai magazzini. Il percorso archeologico è arricchito da installazioni multimediali che guidano il pubblico alla scoperta delle attività che si svolgevano nell’antica città.
Un’altra importante quanto sconosciuta attrazione culturale è costituita dal museo diocesano sorto come strumento per contrastare, da un lato, lo stravolgimento e la quasi totale cancellazione della bi millenaria storia di Pozzuoli, a causa della trasformazione così profonda e repentina della diocesi locale durante il XX secolo e, dall’altro, consentire uno studio più approfondito delle tradizioni cristiane degli abitanti.
La città di Pozzuoli nel corso della sua storia non ha mai avuto un museo diocesano poiché tale funzione era supplita dalle numerose chiese presenti nel territorio, che contenevano opere d’arte di valore: fra queste la più importante era il duomo di San Procolo, situato sul Rione Terra, che è stato per secoli il motore della città e della diocesi. Nel maggio 1964 il suo incendio ha causato la perdita di una gran parte del patrimonio artistico cittadino.
Inoltre, l’evacuazione del rione Terra nel 1970 e del centro storico nel 1983-1984 a causa del bradisismo, con la creazione di nuovi quartieri assai distanti dai luoghi d’origine, e l’immigrazione di residenti provenienti da aree limitrofe hanno determinato un sovvertimento nella percezione e nella fruizione del territorio da parte degli abitanti e una quasi totale dimenticanza dei capolavori artistici ancora presenti sul territorio.
Per salvaguardare la memoria della storia dell’arte puteolana già alla fine degli anni ’70 l’allora vescovo di Pozzuoli Salvatore Sorrentino pensò all’apertura di un museo diocesano del quale fu allestita nel 2000 una prima sezione presso gli ambienti della Curia al villaggio del fanciullo per volontà del suo successore monsignor Padoin. La sede definitiva è stata inaugurata il 20 maggio 2016 presso i locali del palazzo vescovile al Rione Terra un tempo ad uso del seminario diocesano.
Oggi il tempo sembra essersi fermato, con centinaia di appartamenti e decine di botteghe, completate da anni e che attendono di essere occupate. Di giorno splende il sole di notte non circola anima viva, ma solo tenebrosi fantasmi, di cui ci pare di udire la voce che implora: fate presto! Sono certamente gli spiriti degli antichi abitanti del luogo, che conservano intatto il segreto e la forza dei puteolani, gelosi del loro passato ed arbitri del loro futuro, costretti a vivere, purtroppo, in un interminabile e soffocante presente, del quale si sono scocciati per cui da oggi debbono divenire attivi artefici del loro destino.