Da parte del M5S “avere questa posizione perlomeno ambigua” sullo ius soli, “in una situazione nella quale si tratta di umanita’ e di diritti fondamentali, non mi pare molto coerente con lo spirito di San Francesco”. A dirlo è il vescovo ausiliare di Roma Guerino Di Tora, presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione Cei sulle migrazioni, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Il buonismo non c’entra proprio nulla. Qui si tratta di un diritto fondamentale della persona che l’Europa ha già riconosciuto nella stragrande maggioranza delle nazioni”, dice il monsignore. “Del resto, come cristiani, andare incontro alle persone in una realtà umana che ci unisce mi pare doveroso”. “Ho sentito dei parlamentari dire che sarebbe stato meglio parlarne dopo le elezioni. E’ chiaro che i prossimi ballottaggi non aiutano. Per i partiti di destra, come del resto per quelli di sinistra, tutta la questione prende subito un aspetto ideologico, slegato dalla realtà. Le posizioni si radicalizzano. Così si arriva a gridare all’ invasione, alla legge mal fatta“, afferma Di Tora.
Tuttavia “qui non si tratta di aprire a realtà nuove ma riconoscere una situazione che già esiste. Si tratta di riconoscere la cittadinanza a coloro che di fatto sono già italiani: figli di genitori da tempo in regola nel nostro Paese o giovani che studiano qui e, anche se non nati in Italia, sono integrati”. “Da una legge simile – evidenzia Di Tora – abbiamo solo da guadagnare. Si fanno sempre meno figli, è anche una risposta al problema della denatalità. Molti italiani inoltre stanno emigrando”.