Quando abbiamo incontrato Ilaria Di Roberto, aspirante scrittrice, avremmo voluto parlare del suo primo libro, Anima, una raccolta di poesie che ha avuto un buon riscontro di pubblico, e dei suoi progetti futuri ma purtroppo abbiamo dovuto occuparci di altro: Ilaria è stata vittima di cyberbullismo e poi di truffa e ha voluto raccontarci la sua storia. Tutto inizia quando qualcuno crea dei profili social fake di Ilaria e di un suo caro amico, che qui chiameremo Roby, erano profili di carattere pornografico, ovvero alle foto autentiche dei due ne venivano aggiunte altre dove venivano ritratte solo parti intime del corpo in modo da far credere che i soggetti delle foto erano comunque loro, quel che peggio è che poi questi profili sono stati utilizzati anche per ordinare merce a varie aziende, creando ovviamente una serie di problemi che non è difficile immaginare. Il cyberattacco a Ilaria non si è limitato ai social network, addirittura è stata creata una pagina a suo nome su un sito porno, e a nulla sono valse le richieste a questo sito di cancellazione della pagina, del resto spesso questi siti poggiano su hosting stranieri per cui avere dei contatti diretti è quasi impossibile. Ilaria e Roby si rivolgono alla polizia postale, e qui vi è un colpo di scena: la polizia postale scopre che i profili fake di Roby sono stati creati attraverso un numero di telefono intestato ad Ilaria stessa, “sono rimasta di stucco quando mi è stato detto” spiega Ilaria “io in realtà non avevo mai posseduto questo numero, sospetto che qualcuno abbia approfittato del fatto che una volta pubblicai ingenuamente su un social la foto di un mio documento di identità per scherzare con gli amici, da lì devono aver preso i dati per sottoscrivere un abbonamento telefonico e in seguito creare questi profili fake”. Roby, anche se non lo ammette apertamente, perde un po’ di fiducia in Ilaria e perciò questa rimane sola. Ilaria e Roby precedentemente avevano sospettato di una ex di quest’ultimo, e il fatto che da quando Roby e questa ragazza sono tornati assieme gli attacchi informatici verso Roby sono diminuiti mentre quelli ad a Ilaria sono aumentati farebbe pensare che i sospetti non erano privi di fondamento. Ilaria comunque rimane sola, sempre più in preda allo sconforto, gli insulti e l’ostracismo da chi vive vicino a lei sono sempre più pesanti. In questo periodo viene avvicinata da una sedicente associazione di volontariato che prima si offre di aiutarla e poi di assumerla perché Ilaria dimostra grandi doti di empatia con le persone affette da problemi di natura psicologica. La procedura di assunzione però è singolare, Ilaria avrebbe addirittura dovuto entrare in società, ma previo la firma di una cambiale di 40.000 euro, cifra che le sarebbe stata scalata in poco tempo con i primi guadagni: la cambiale, le assicuravano, era solo una proforma per entrare nella società. In realtà il tutto si rivela una truffa, ad oggi Ilaria si trova ad essere morosa di un debito che non ha mai fatto, e quando ha chiesto la restituzione della cambiale la suddetta società ha cercato di ricattarla con dei video che le avevano fatto girare a scopo promozionale nei quali le avevano fatto pronunciare frasi che fuori da quel contesto potrebbero essere compromettenti. “Mi trovo in una situazione assurda, risulto debitrice di un truffatore, la gente mi guarda con diffidenza per via della storia dei profili porno…”. Le facciamo notare che qualcuno potrebbe pensare che lei cerchi la ribalta mediatica per promozionare il suo libro, ma lei ribatte con forza: “il libro non è più in promozione, anzi ho subito una truffa anche qui perché qualcuno lo vende in formato digitale senza la autorizzazione mia e della casa editrice, non mi andrebbe nemmeno che qualcuno comprasse il mio libro ora perché potrebbe farlo per canali non ufficiali e farebbe guadagnare così dei truffatori. Detto questo non mi fa piacere avere notorietà per questi motivi, farmi conoscere come la stupida che si è lasciata truffare, ma voglio che la mia storia sia di esempio per gli altri, voglio che la gente mi conosca come una che non si è lasciata travolgere e che ha continuato a lottare, voglio farcela anche per quelle persone che pur avendo lottato più di me non ce l’hanno fatta”. Non possiamo far altro che augurarle che a questa storia sia messa la parola fine al più presto e che si possa parlare di lei solo per il libro che ha scritto e per quelli che continuerà a scrivere.
Raimondo E. Casaceli