Il 15 luglio scorso si è svolto nel teatro “Maddaloni” di Massa di Somma il Congresso Metropolitano dei Giovani Democratici di Napoli, ” Tutto da vincere, niente da difendere”. Ho voluto fare qualche domanda alla neoeletta segretaria Ilaria Esposito, 25 anni, di Torre del Greco.
Studentessa di ingegneria e dirigente politico.
Come ti descriveresti? Da dove nasce il tuo impegno nel partito democratico e nei giovani democratici?
Descrivermi non mi è mai risultato semplice, ma ci proverò!
Mi ritengo una persona piuttosto equilibrata, magari un po’ più tenace e “curiosa” della norma, che sono i motivi per cui non mi sono mai rassegnata a darmi per vinta davanti agli ostacoli che ho trovato lungo mio percorso.
L’idea di riqualificare il territorio in cui viviamo per restituirlo alla fruizione dei cittadini è stato il motivo della scelta del mio Corso di Laurea, Ingegneria Edile con indirizzo Pubblica Amministrazione, che mi ha portato ad avvicinarmi al circolo GD della città in cui vivo quando, nel 2011, si stavano occupando di raccogliere proposte per il PUC.
Quando ho realizzato che la politica fosse lo strumento per poter incidere sulle ingiustizie del presente e poter contribuire a cambiare le cose, non ho mai smesso di impegnarmi, malgrado le difficoltà.
Nel pieno della crisi internazionale dei partiti qual è il ruolo della Giovanile? E’ forza di cambiamento o “riserva indiana” (come diceva Walter Veltroni per motivare la sua diffidenza nella creazione dei Gd)?
Sono fermamente convinta che la Giovanile non sia una “riserva indiana”.
Le persone che ho avuto la fortuna di incontrare e di conoscere in questi anni, ma soprattutto le idee che ho condiviso con loro, mi fanno pensare di non aver torto.
I GD non sono solo un enorme risorsa per il Partito Democratico: spesso e volentieri sono il vero trait-d’union tra il PD e “il paese reale”, nonché dirigenti e amministratori che decidono di impegnarsi e candidarsi con il Partito, con cui dividono (forse non troppo equamente) le responsabilità.
Quindi la Giovanile è, e può essere, forza di cambiamento, a patto che non si perdano di vista gli obiettivi da raggiungere per colpa di mere ambizioni personali o battaglie di posizione autoreferenziali.
Gd Napoli: Marco Sarracino.
Alle tue spalle hai un predecessore ed una storia ingombranti per chiunque. Quali saranno le tue prime azioni? Cosa intendi cambiare della “stagione Sarracino” e su cosa intendi proseguire?
Il complesso da “età dell’oro” e “l’ansia” di non dissipare ciò che di buono è stato realizzato dal proprio predecessore, credo colpiscano ogni persona ragionevole che si trovi all’inizio di un nuovo percorso.
Da Marco Sarracino ho ereditato un patrimonio quale quello della Federazione dei GD Napoli, di cui sono sempre stata un’orgogliosa militante, ancor prima che dirigente.
Ma ogni conquista dei GD Napoli sotto la guida di Marco Sarracino, così come ogni criticità sorta mentre era Segretario, non sono assolutamente un ingombro per me; le considero più un punto di partenza.
Le prime azioni, che già sto mettendo in campo coordinandomi con la squadra della segreteria, sono sicuramente azioni volte a tenere fronte al terribile spettacolo cui i cittadini di tutta la provincia di Napoli sono purtroppo testimoni: l’emergenza incendi.
Un primo segnale dell’impegno con cui ci stiamo dedicando a questa tematica, è certamente riscontrabile dalla collaborazione con il Segretario del GD Campania, con gli i Segretari Regionali e Metropolitani di tutt’Italia e con la Federazione Nazionale, che ci ha portato alla redazione di un appello con cui abbiamo richiesto la dichiarazione dello Stato di Emergenza Nazionale. Sulle tematiche ambientali conto poi di presentare iniziative e campagne di sensibilizzazione e prevenzione, soprattutto quando la vicenda sarà data per archiviata.
Con i GD Napoli ci mobiliteremo poi per affrontare temi quali le Politiche di Genere, immigrazione, sanità, trasporti, diritti civili, lavoro, formazione… fortunatamente argomenti su cui lavorare non mancano, e nemmeno la voglia di rimboccarci le maniche.
Una cosa della “Stagione Sarracino” che cambierei, o meglio, che sicuramente potenzierei è il modo in cui abbiamo dato spazio alla nostra voce.Credo sia il momento di scendere in strada.
Napoli Città Metropolitana ed il suo sindaco De Magistris.
De Magistris è senz’altro un sindaco capace di parlare ai giovani, come intendi costruire un dialogo tra i giovani democratici e i giovani napoletani in alternativa alla sua perenne rivoluzione? Su quali temi costruire l’alternativa?
Per ricostruire un dialogo tra i giovani democratici e i giovani di Napoli è fondamentale, come ho già detto, essere in strada. Dobbiamo essere interlocutori delle tante realtà (associative e non) che operano nei vari settori sui nostri territori. Solo se sapremo dimostrarci capaci di ascoltare le istanze di chi affronta quotidianamente le nostre stesse problematiche, e alla luce di ciò rielaborare ed arricchire la nostra proposta politica, saremo riusciti a contribuire attivamente alla “Rivoluzione” che tanti invocano, ma che nessuno è ancora stato in grado di attuare.
PD Napoli. Il percorso congressuale è sostanzialmente tracciato.
In che modo la tua giovanile può costruirsi un ruolo nel partito che verrà?
Per costruirci un ruolo nel partito che verrà, noi GD dovremmo cominciare ad allontanarci dagli sterili intrecci di potere, che hanno dimostrato (con le percentuali ottenute dal PD in questi anni alle amministrative) di non riconnetterci al tessuto sociale della realtà.
Dobbiamo invece lavorare uniti, per riuscire dove il partito sta fallendo: dobbiamo costruirci una nostra identità.
Non dobbiamo temere il confronto, che questo sia “interno” o, specialmente, tra noi e i nostri coetanei. Non credo abbia senso perpetrare una guerriglia che ha tutta l’aria di essere una “guerra tra poveri”.
Le cose che ci uniscono sono più di quelle che possono vederci divisi. Solo con la disposizione a mettersi in discussione e a non tirarsi indietro davanti alle responsabilità (dote che è più facilmente riscontrabile nella “giovanile” che nel partito) possiamo ricavarci il nostro spazio nel partito.
So che potrebbe sembrare un’ambizione pretenziosa, ma sono fiduciosa.
ANGELA PASCALE da Qualcosa di Napoli