La crisi colpisce ogni settore: da nord a sud, senza confini geografici. Sono 159 le vertenze aperte al ministero dello Sviluppo. 28 le aziende in difficoltà da più di sette anni, 76 da almeno tre. Duecentomila i lavoratori coinvolti. Altri 70mila interessati dalle ristrutturazioni aziendali. I casi più eclatanti sono l’ex Ilva e Alitalia.
A Taranto ArcelorMittal vorrebbe 4.700 esuberi. Il governo è in trattativa per ridurne il numero. Poi c’è Alitalia e la sua crisi diventata ormai fisiologica. I dipendenti sono 10.800. Non si conosce ancora quanti siano a rischio. I lavoratori della Mahle di Laloggia, provincia di Torino, hanno organizzato una fiaccolata: l’azienda tedesca della componentistica dell’auto ha annunciato di lasciare a casa 443 dipendenti
A Riva di Chieri, nel Torinese i dipendenti dell’ex Embraco hanno organizzato una messa di Natale davanti alla fabbrica. L’azienda è in crisi da più di un anno. In ballo 409 lavoratori su duemila. Conad, dopo la fusione con Auchan, ha comunicato tagli per 3.100 lavoratori. E poi c’è Whirpool di Napoli, con la cessione del ramo di azienda che mette a rischio 400 dipendenti. Nello stabilimento di Bari di Bosch sarebbero 624 gli esuberi su 1.805 addetti.
Per le aziende italiane il 2020 si apre decisamente in salita.