E’ salito a 19 il numero dei morti, l’ultima vittima è stato uno studente venticinquenne ricoverato
domenica scorsa dopo essere stato ferito durante la cosiddetta Marcia delle madri di Managua,
manifestazione contro il governo venezuelano. A rendere nota la notizia alcune fonti di stampa
locali, a denunciare l’accaduto è stata la sorella, Massiel Reyes, che ha identificato la salma dove
viene precisato che Daniel Reyes Rivera, è morto a causa di un colpo di arma da fuoco all’addome,
si trattava di uno studente di veterinaria nella capitale del paese centroamericano. Sul fronte
politico, si è dimesso ieri dal suo incarico, Roberto Rivas il presidente del Consiglio supremo
elettorale (Cse) del Nicaragua a seguito degli accordi negoziati tra l’Organizzazione degli stati
americani (Osa) e il governo del presidente Daniel Ortega. La trattativa riguarda in particolare la
riforma del sistema elettorale. In merito, ha fatto seguito un comunicato congiunto, Il governo di
Managua e l’OSA, hanno ricordato che «una delle aree prioritarie» del lavoro che stanno svolgendo è «la riforma del sistema elettorale», il che comprende «la configurazione e composizione del CSE,
come pilastro istituzionale fondamentale per le garanzie elettorali che assicurino elezioni libere,
giuste, democratiche e trasparenti».
Una radicale riforma del CSE da considerarsi, a sua volta, delle richieste presentate dalla società civile al governo di Managua nel quadro del «dialogo nazionale» attualmente sospeso dalla Conferenza Episcopale del Nicaragua (CEN), che ne è mediatrice e testimone.
Dopo gli ultimi episodi di violenza la CEN ha deciso di congelare la trattativadenunciando le violenze e chiedendo al governo di ripristinare lo stato di diritto.
Questo stato difatto ha generato un notevole pericolo per alcuni rappresentanti della Chiesa locale. Motivo per cui, la Commissione interamericana, per i diritti umani (CIDH) ha concesso misure di sicurezza nei confronti di Monsignor Silvio José Baez, vescovo ausiliare di Managua, e dei suoi familiari, il dispositivo di protezione è scattato dopo aver ricevuto da fonti attendibili gravi minacce ai danni
del prelato, che fa parte del comitato episcopale occupandosi del “dialogo nazionale”.
Raffaele Fattopace