Nel Puntland, nel nordest del Paese, stanno approvando un bando totale e già in passato le riforme progressiste di questa zona sono poi diventate leggi nazionali. La ministra e questi leader locali stanno cercando di cambiare la vita delle bambine e delle donne somale, e un sostegno globale può dar loro la forza di far passare una nuova legge nazionale già nelle prossime settimane.
Le mutilazioni genitali femminili sono una assoluta violazione dei diritti umani. Sono una pratica pericolosissima, addirittura mortale in alcuni casi per le infezioni dovute alle scarse condizioni sanitarie, e le cicatrici possono causare seri problemi durante il parto e complicazioni mestruali. Molti credono sia una tradizione con origini religiose, una transizione all’età adulta che aumenta la possibilità di trovare marito. Ma molti leader islamici hanno denunciato da tempo che la religione con questa pratica non c’entra niente.
Un messaggio di speranza e incoraggiamento dalla nostra comunità da tutto il mondo può dare a questi coraggiosi leader la forza necessaria per arrivare al voto in Parlamento. L’Unicef, che lavora in prima linea incessantemente per contrastare le mutilazioni genitali femminili in Somalia, ci sta chiedendo una mano.
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