Ancora una volta è Napoli la protagonista degli schermi cinematografici italiani; a raccontarcene è il regista Ferzan Ozpetek in un thriller psicologico ad alto tasso di sensualità, in una Napoli sospesa tra magia e mistero, ragione e follia. “Napoli Velata” arriverà in tutte le sale il 28 dicembre, distribuito dalla Warner Bros.
A un ricevimento privato, Adriana -interpretata da Giovanna Mezzogiorno– resta conquistata dal misterioso Andrea –Alessandro Borghi– con cui passerà un’esaltante notte d’amore. Dovrebbero incontrarsi di nuovo l’indomani, al Museo archeologico, dove però la donna l’aspetta invano, dando il via ad un giallo che scava più nell’anima che nelle indagini poliziesche, nonostante la presenza centrale di un investigatore della polizia –Biagio Forestieri-. Siccome a un certo punto entra in campo anche un gemello del defunto (sempre Borghi) verrebbe da pensare a Hitchcock, anche se Ozpetek preferisce il richiamo al Rossellini di Viaggio in Italia, che cita in alcune scene e non solo nel palazzo Sanchez de Leon dove abita la zia (Anna Bonaiuto). Forse però sono giusti entrambi i rimandi cinefili, proprio perché al melodramma di un amore appassionatamente afferrato e drammaticamente perso si intreccia il mistero di un cadavere sfigurato e di un’omertà insinuante, dove prendono forma personaggi che non vogliono uscire da una loro indeterminata ambiguità, come il «confidente» Pasquale (Peppe Barra) o l’amica Catena (Luisa Ranieri) o le inquietanti antiquarie Ludovica (Lina Sastri) e Valeria (Isabella Ferrari). Tutti personaggi, come la zia che si scoprirà nascondere più di un segreto, che Ozpetek usa in controtendenza, appiccicosi quando te li aspetteresti schietti, ingannevoli quando dovrebbero essere trasparenti, vendicativi quando li vorresti consolatori.
“Mi è piaciuta subito l’idea del thriller, del noir. Sapevo che mi avrebbe costretto a cercare altre chiavi che prima non avevo affrontato. La cosa più bella è successa con Giovanna, non avendo problemi di sovrastrutture, non c’è stata alcuna difficoltà. Per la scena di sesso ci siamo guardati e abbiamo deciso di farla in modo semplice, libero e spontaneo. È stato l’unico modo per uscirne indenni” ha dichiarato il regista durante un’intervista. Le scene di sesso sono il pilastro del film di Ozpetek, una Napoli velata ma senza veli, senza inganni e nessun tabù.
Il Museo Archeologico, la Certosa di San Martino, le Stazioni della Metro fino alla farmacia degli Incurabili, nel film diventano delle gallerie d’arte e dentro questi ambienti, circondati dalla bellezza, i personaggi si muovono con rispetto e grazia, per non alterare l’equilibrio di tale bellezza.
Martina Fiorentino