Se le elezioni le determinassero solo i social, in Campania nessuno potrebbe competere con De Magistris. Ebbene si, nella vaga ed indefinita linea di demarcazione del dopo Berlusconi, i mezzi di propaganda dell’immagine sono, forse, l’elemento di spicco che fa la differenza, che determina la divisione fatua in questa terza (?) Repubblica. Le guerra per e nelle televisioni ha caratterizzato un trentennio, accentuata dalla discesa in campo del Cavaliere e culminata nella sua caduta.
Facebook e twitter, oggi invece, la fanno da padrona e lo sa bene Renzi che non perde occasione per aggiornare l’Italia ed il mondo dell’evoluzione del suo lavoro. I like impazzano ovunque, “costringendo” le persone a “fermi immagine” molteplici delle loro giornate, per dire, mostrare e dimostrare cosa si sta facendo in quel momento: semplicemente una foto o scrivendo una frase. Perché, qualsiasi sia il momento, importante, ludico, politico, quello è un “fermo immagine” che lo taglia.
Tornando, però, ai nostri leader è palese come, eccezion fatta per pochi, tutti gli altri non hanno idea di cosa significhi l’immagine, ancorati ancora alla sfera ovattata delle televisioni o dei giornali, mentre il mondo giro in altre direzioni. Un esempio? A sostegno del sindaco napoletano, fino a ieri, c’era un sondaggio sul Corriere del Mezzogiorno che recitava: “De Magistris deve dimettersi dopo la condanna?” I voti non raggiungevano neppure l’anno attuale ed erano anche in maggioranza a favore di De Magistris. Di certo vien difficile pensare ad una cordata di “fedayyìn arancioni” accorsi sul sito per sostenere il proprio sindaco. Il numero esiguo di votanti contro un numero enorme di sostenitori che ogni giorni apprezzano gli interventi del primo cittadino potrebbe essere un motivo per non pensarlo. Inoltre, il Corriere prima e quello del Mezzogiorno poi non sembrano certo il giornale di riferimento della maggioranza a palazzo San Giacomo. Infine, girando e cercando sul sito è impossibile trovarlo, perché?
Il sindaco De Magistris, insomma, sui social e nei video online ci sa fare. Basti pensare che i giovani leader della Fonderia, insieme agli evergreen Bassolino e De Luca che guardano con interesse al Comune ed alla Regione, collezionano meno di un terzo dei followers di Gigino. Su facebook invece non c’è storia. La competizione di tutti è persa in partenza.
Intanto, come in una saga o nella migliore delle fiction, l’attesa impaziente è per le rivelazioni promesse al collega Duccio Giordano per L’Espresso.
Monitorando la corsa ai ripari sui social dei futuri candidati alla regione Campania, bisognerebbe prendere spunto ed esempio da chi ci sa fare e nel mondo politico italiano, per adesso, sono solo in pochi.