Una serie di esplosioni, si sono udite ieri nei pressi di Baghdad, il boato ha purtroppo distrutto una moschea alla periferia della capitale dell’Iraq. Il bilancio è apparso da subito disastroso agli occhi dei soccorritori, si tratta di almeno 19 morti, tra i quali molti bambini, e decine di feriti, questo il bilancio che potrebbe peggiorare a causa della gravità delle condizioni di salute di alcuni feriti. Lo riferiscono fonti della polizia locale citate da «Al Jazeera». Le deflagrazioni hanno scosso il quartiere di Sadr City, a maggioranza sciita. A tutt’oggi, non è chiaro se si è trattato di un attacco terroristico oppure di un’esplosione accidentale. L’ufficiale della locale Polizia, ha dichiarato «Le forze di sicurezza hanno aperto un’inchiesta per determinare le cause». Una fonte governativa ha detto che l’edificio includeva un deposito di armi e munizioni. Secondo quanto riportato, invece dal sito Alghad Press, «due bombe sono esplose vicino ad un deposito di munizioni». Nel paese la tensione è altissima. Solo pochi giorni fa un gruppo di uomini armati ha compiuto un attacco contro un giacimento di petrolio nella provincia irachena di Salahuddin. L’attacco è stato sventato dalle forze di sicurezza intervenute prontamente sul posto. Nonostante l’intervento, si contano diverse vittime. Ancora una volta tutto conduce ad imboccare la strada della responsabilità degli attacchi al sedicente stato islamico (Is). Non sono pochi coloro che puntano il dito contro frange terroristica ancora attivo in Iraq nonostante le sconfitte militari. Bisogna infatti ricordare che la moschea colpita a Baghdad era frequentata soprattutto da seguaci del leader radicale sciita Moqtada Al Sadr, importante figura politica. Risale a meno di un mese fa la coalizione di partiti guidata da Moqtada Al Sadr, che ha vinto le elezioni politiche in Iraq riuscendo a intercettare i bisogni di una larga fetta della popolazione irachena dopo anni di insicurezza, sofferenza e instabilità. Il leader politico iracheno Al Sadr, stando ai risultati politici non ha la maggioranza e quindi deve flettere alle trattative con altri partiti. Trattative che rischiano ora di prolungarsi o di interrompersi a causa delle denunce di brogli. Ieri, sono stati resi noti i risultati frutto di una inchiesta sul conteggio dei voti nelle elezioni politiche, il primo ministro Haidar Al Abadi ha affermato che « vi sono stati casi di frodi e contraffazioni». Si spero che venga ristabilita una tregua soprattutto per donne e bambini che spesso sono proprio loro a pagare il prezzo più alto.
Raffaele Fattopace