Ciao Samuele,
Il nostro X Congresso nel Carcere di Opera si è concluso con l’approvazione della Mozione Generale e la elezione dei Nuovi Organi dirigenti. È stato il Congresso del Trentennale della fondazione di Nessuno tocchi Caino, questa splendida creatura che con Marco Pannella e Mariateresa Di Lascia abbiamo concepito per temperare la Giustizia col balsamo della grazia e affrontare il Potere con la forza gentile della nonviolenza.
Noi, che non siamo mai stati “chiesa”, ma “opera”, una bottega artigiana del Diritto e dei Diritti umani, a ben vedere, in questi 30 anni, siamo stati un grande laboratorio di conversione ecologica della vita, della politica, della società. Una conversione – a partire da noi stessi, ogni giorno – dal male al bene, dalla violenza alla nonviolenza, dall’odio all’amore, dal potere costituito all’ordine fondato sul dialogo, l’amore e le relazioni umane. Nessuno può essere espulso dalla comunità umana, non esistono gli irredimibili, i dannati per sempre, i banditi dalla società e dallo Stato. Tutti – ma proprio tutti! – abbiamo il diritto alla speranza.
È stato un Congresso straordinario come non se ne vedevano da anni nella nostra storia di assemblee radicali. Nel corso delle tre sessioni principali dei lavori su “Pena di morte e pena fino alla morte”, “Il viaggio della speranza: visitare i carcerati”, “La fine della pena” e una piccola sessione sulle misure di prevenzione dal titolo “Quando prevenire è peggio che punire”, hanno partecipato oltre 300 persone, detenuti e “detenenti”, giuristi e avvocati, magistrati, garanti, volontari, parlamentari e imprenditori, dei quali hanno preso la parola 115 congressisti. Anche di questo Congresso faremo un libro che doneremo a tutti i nostri iscritti.
Come i precedenti, anche questo Congresso si è svolto nel Teatro del carcere intitolato a Marco Pannella. Era “compresente” Marco, secondo noi, ancora nella forma della speranza che lui voleva vedere incarnata proprio nei luoghi di privazione della libertà, dell’amore e della speranza, e non attenderla come una concessione pietosa, magari del potere. Era “presente” Marco, secondo i detenuti, anche nella forma reincarnata di una gatta di nome “Opera” che da quando lui è venuto a mancare non è mai mancata ai nostri Laboratori, alle assemblee e ai Congressi di Nessuno tocchi Caino in questo carcere.
È stato anche il Congresso dei 3.000 iscritti a Nessuno tocchi Caino, un numero mai registrato nella nostra storia e raggiunto con il nostro modo d’essere radicalmente nonviolento, inclusivo, come dicevamo, “ecologico”. Non abbiamo posto in mezzo ostacoli, fissato limiti e pietre di confine al di fuori dei quali decretare la fine del mondo, della cittadinanza e la possibilità di salvezza. Il settarismo, la reductio ad unum, non corrispondono alla natura delle cose, non collimano con la vita dell’universo, il quale vive secondo un ordine che si fonda e tende a creare relazioni, interdipendenze tra cose ed esseri diversi. È la forza di relazione che tiene insieme le nostre vite, la nostra vita interiore, la nostra famiglia, il nostro paese, il nostro mondo. Nessun pianeta, nessun popolo, nessuna comunità, nessun individuo vive se non in relazione ad altri pianeti, altri popoli, altre comunità, altri individui.
Noi siamo determinati a continuare a operare in tal modo e in questo senso per assicurare all’Associazione radicale nonviolenta, transnazionale e transpartitica “Nessuno tocchi Caino” una dimensione di risorse umane e finanziarie adeguata a sostenere la necessità e l’ambizione della nostra azione. Un’azione sempre volta ad affermare democrazia e Stato di diritto, a superare tutti i regimi autoritari e illiberali vigenti in Italia e nel mondo, quelli penali e penitenziari, ma anche quelli detti “di prevenzione”, che spesso si rivelano essere più illiberali e puntivi di quelli processuali penali.
Ti chiediamo di esserci anche per l’anno che sta arrivando. L’augurio è che sia – per noi, per te e per le persone che ci vogliono bene e a cui vogliamo bene – un Anno di Vita, di Diritto, di Libertà.
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Un caro saluto