Dopo la sospensione dell’intesa con l’Unhcr, il premier Netanyahu ha annunciato “la decisione di annullare” l’accordo che riguarda il ricollocamento dei migranti africani presenti in Israele, spiegando “Ho ascoltato con attenzione i molti commenti, ho riesaminato i vantaggi e le mancanze e di annullare l’accordo“. All’origine della decisione di Netanyahu (di sospendere e poi annullare l’accordo, ndr), scrive la stampa odierna, vi sono le proteste degli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv – che vorrebbero una espulsione massiccia ed immediata dei migranti – nonche’ forti critiche all’intesa mosse da esponenti del Likud, il partito di Netanyahu, e dal partito nazionalista Focolare ebraico. Ieri peraltro Paesi indicati da Netanyahu come esempio di una possibile destinazione dei migranti – fra questi Italia e Germania – hanno smentito di aver dato alcun assenso all’intesa fra Israele e l’Alto commissariato dell’Onu.Un piano contro cui si sono scagliati i partiti del centro sinistra e le ong dei diritti umani con manifestazioni nel paese. Ma soprattutto la Corte Suprema israeliana che di fatto ha bloccato il piano del governo dandogli tempo fino al prossimo 9 aprile per giustificare le sue intenzioni. In mancanza, è presumibile che sarebbe scattata la bocciatura definitiva. Oggi la notizia dell’intesa con l’Onu bocciata dalla destra di governo: il ministro Naftali Bennett ha detto che questa favorirà l’immigrazione illegale in Israele.