Con oltre il 97 per cento dei voti scrutinati nelle elezioni legislative, il Likud, partito di maggioranza dovrebbe avere conquistato 35 dei 120 seggi della Knesset (il parlamento unicamerale), al pari di Blu e Bianco, la formazione dell’ex capo dell’esercito e principale sfidante, Benny Gantz. In questo modo Il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è vicino al quinto mandato, sarebbe un record per Israele. La coalizione di centro destra guidata dal Likud dovrebbe assicurarsi 65 seggi, contro i 55 del blocco di centro sinistra, consentendole, così, di avere la maggioranza di governo. Questo è quanto riferisce il sito del quotidiano «Haaretz». Il Likud, alle elezioni del 2015, aveva ottenuto il 23 per cento dei voti e trenta seggi. Ora si sta procedendo allo spoglio del voto dei soldati, le cui preferenze di solito vanno ai partiti di destra. Intanto, l’ex Ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, destituito proprio dal premier nel 2018, il cui partito «Israele casa nostra» ha guadagnato 5 seggi, annunciando che raccomanderà al presidente, Reuven Rivlin, l’affidamento dell’incarico a Netanyahu. Sulla stessa linea i partiti religiosi «Shas 8 seggi» e «Fronte della Torah» con 8 deputati. Netanyahu, inoltre potrà avvalersi del sostegno di due liste minori: Unione dei partiti di destra e Kulanu. Al momento non ha superato la soglia di sbarramento del 3,25 per cento Nuova destra, il partito del ministro Naftali Bennett. Netto il calo, per i laburisti di Gabbai, che ottengono appena 6 seggi, contro i 24 delle passate elezioni, minimo assoluto in decenni di storia del partito. Meretz, altro partito storico della sinistra israeliana, prende solo 4 seggi e le due liste arabe Hadash-Taal e Raam-Balad complessivamente 10 seggi, tre in meno rispetto alle politiche 2015. Netanyahu, ha dichiarato «La nostra è una vittoria enorme che non si poteva nemmeno immaginare», mentre, Gantz , ha detto ai suoi elettori che non si tirerà indietro. Ufficializzati i risultati, Rivlin inizierà le consultazioni con i partiti eletti in parlamento. Il presidente, successivamente, affiderà a un partito e al suo leader la possibilità di formare un nuovo governo.
A cura di Raffaele Fattopace