Economia e Welfare

Orlando verso il blocco dei licenziamenti

Andrea Orlando, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali nel governo Draghi, si è espresso dinanzi alla commissione Lavoro del Senato riguardo la situazione che gira attorno ai lavoratori e alle difficoltà presenti in questi tempi di pandemia, in particolare sui licenziamenti.

Previsti aiuti nei confronti delle imprese, piccole, medie o grandi che siano. La cassa integrazione arriverà fino a giugno per tutti, insieme al blocco dei licenziamenti, e fino a ottobre per le piccole imprese che attualmente non hanno la tutela della cassa integrazione ordinaria.

’Andiamo nella direzione di una proroga del blocco dei licenziamenti, che però per i lavoratori che dispongono di strumenti ordinari sarà legata ad un termine che sarà definitivo; per coloro non coperti da strumenti ordinari sarà agganciata alla riforma degli ammortizzatori sociali“.

Il primo intervento è la riforma degli ammortizzatori sociali in una direzione di universalismo e semplificazione, è già aperto il confronto con le parti sociali, accesso più rapido al sostegno estensione della protezione“.

Inoltre, Orlando ci tiene a specificare che la riforma “deve essere strettamente connessa ad una riforma delle politiche attive del lavoro“.

Il ministro si è espresso anche sulla campagna vaccinale italiana: “affrontare con urgenza la sfida della campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, per la quale abbiamo predisposto una intesa con le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, che utilizzi anche i medici aziendali nella somministrazione dei vaccini. C’è già un gruppo tecnico che sta lavorando per la predisposizione dei protocolli’’.

Orlando conclude parlando dei dati inerenti a lavoro, quali disoccupazione, predominio maschile nel mondo del lavoro e le difficoltà che il Covid-19 ha portato.

oltre 100 mila posizioni lavorative in meno occupate da donne rispetto a quelle occupate da uomini. Sono andati accrescendosi anche i differenziali di genere nei tassi di attività, sostanzialmente annullando i progressi fatti registrare nei tre anni precedenti. É l’effetto di accresciute difficoltà di conciliazione con i carichi familiari nel corso della pandemia“. Questo è quanto riportato dall’Ansa.

L’esperienza di Orlando come ministro non inizia con Draghi, ma parte da molto prima. Fu Ministro dell’Ambiente con Enrico Letta, ha poi guidato il dicastero della Giustizia nei governi Renzi e Gentiloni per poi fare il vero ‘’salto’’ quando il Pd Walter Veltroni lo nomina portavoce del partito. Nel 2017 tenta la scalata alla segreteria dem, candidandosi contro Matteo Renzi, e nel 2019 Orlando viene nominato da Zingaretti come suo vice. Alla formazione del secondo governo Conte, Orlando decide di non entrare nell’esecutivo. Preferisce occuparsi del partito, di come rilanciarlo e di come ricostruire un rapporto tra i cittadini e il Pd.

 

 

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