Il numero chiave di Roberto Mancini cambia di partita in partita. Adesso è diventato il quattro, ovvero gli avversari che separano l’Italia dalla finale di Wembley. Anzi, a voler essere puntigliosi si potrebbe già sdoganare il tre, dal momento che la sfida di domenica con il Galles non avrà effetti sul traguardo già conquistato degli ottavi di finale. Il c.t. è uomo pratico e giustamente bada alla concretezza, ma immaginiamo che ogni tanto uno sguardo alle statistiche ce lo butti. Non per vanto, ma per orgoglio. Perché le cifre che accompagnano l’Italia degli ultimi 33 mesi sono quasi tre anni di ininterrotto godimento. Trentatré sono i mesi trascorsi dall’ultima sconfitta, ovvero l’uno a zero del Portogallo in Nations League. Dopo di allora, 29 uscite senza mai chinare la testa di fronte agli avversari. Al massimo, una bella stretta di mano senza vinti né vincitori. Il primato storico delle 30 partite senza sconfitte di Pozzo, che resiste dal 1939, è a un passo dall’essere acciuffato domenica e magari superato sabato della settimana prossima agli ottavi.
Le prime due partite di questo Europeo hanno confermato tutto ciò che di buono si era visto nei mesi precedenti. Propensione al gol collettiva, senza la scomodità di dipendere forzatamente da qualche mammasantissima, e una fase difensiva talmente attenta e ben applicata da permetterci di continuare a tenere aperto un filotto di dieci vittorie consecutive senza aver incassato nemmeno un gol (per ritrovare dieci clean sheet di fila occorre risalire a novembre 1989-giugno 1990). L’ultimo risale allo scorso ottobre, nell’uno a uno contro l’Olanda. Dopo di allora, il ponte levatoio non si è mai più abbassato. E davanti ci hanno dato dentro. Considerando la serie attuale di dieci vittorie, con i tre di ieri siamo arrivati a 31 gol di fila realizzati senza subirne. Con Immobile che ha raggiunto Belotti a quota 8 nella classifica marcatori dell’era Mancini. Da qualsiasi angolazione la si osservi, è una situazione di eccellenza. Si può saltare dall’attacco alla difesa senza timore di incappare in qualche cifra poco ortodossa.
Donnarumma, per esempio, fin qui ha trascorso l’Europeo in un barattolo di ovatta: tre tiri nello specchio affrontati in centottanta minuti fra Turchia e Svizzera, al di là di ogni più rosea previsione. Perché questa Italia è brava ad attaccare e lo è altrettanto a difendersi, abile a mettere gli avversari nelle condizioni di non trovare varchi non solo per infilarsi, ma anche per tirare. E così Gigio sta trascorrendo serate tranquille, particolare non trascurabile e di grande aiuto per un ragazzo che sta vivendo nuovamente un’estate molto laboriosa sul mercato. L’ultimo fixing racconta che le visite col Psg a Coverciano non saranno oggi e nemmeno domani. Ma dopo la sfida col Galles, a girone concluso, per interferire il meno possibile con il bioritmo di questi giorni. In fondo domenica c’è ancora un primo posto da difendere e mantenendo la porta immacolata Donnarumma potrebbe continuare ad avvicinarsi al record di imbattibilità di Zoff, che è di 1.143 minuti (tra il 1972 e il ‘74). Gigio con i novanta di ieri è arrivato a quota 785 e quindi, al netto di eventuali supplementari, ballano praticamente quattro partite. Quelle che ci separano dalla finale.
Gazzetta dello Sport