La prima volta che J.K. Rowling pensò di pubblicare The Ickabog fu subito dopo l’uscita di Harry Potter e i doni della morte, nel 2007. Al racconto ci aveva lavorato nel corso degli anni precedenti, tra una puntata e l’altra della saga, ma, quando arrivò il momento di darlo alle stampe, Rowling si fermò: «Dopo l’ultimo libro di Harry Potter ho voluto prendermi una pausa dall’editoria di cinque anni. In quel periodo ho scritto Il seggio vacante e Il richiamo del cuculo con lo pseudonimo di Robert Galbraith, opere per adulti, per essere lontana dai libri per bambini per un po’.
A quel punto, la prima bozza di The Ickabog è finita in soffitta» rivela la stessa Rowling che, più di dieci anni dopo, decide di recuperare quella stessa bozza e di renderla pubblica affinché i bambini «possano continuare a sognare».
Attraverso un sito internet dedicato, la scrittrice decide, infatti, di pubblicare online e gratuitamente proprio The Ickabog, condividendo ogni giorno feriale uno o due capitoli fino al prossimo 10 luglio. L’idea è quella di tenere compagnia ai molti bambini chiusi in casa a causa dell’emergenza coronavirus un po’ in tutto il mondo, un modo come un altro per abbattere la noia e permettere loro di dedicarsi alla lettura in maniera spassionata. The Ickabog, che, come ha specificato a caratteri cubitali la scrittrice su Twitter, non c’entra niente con Harry Potter, «è una storia sulla verità e l’abuso di potere. Ma, essendo stata scritta più di un decennio fa, non consideratela come una risposta a tutto ciò che sta accadendo nel mondo in questo momento» insiste Rowling.
La favola, per il momento, è disponibile solo in inglese, ma l’autrice ha annunciato che presto arriveranno online anche le traduzioni in altre lingue: in autunno, invece, è prevista la pubblicazione in formato cartaceo, ebook e audiobook, bandendo, però, prima in Rete un concorso per bambini per illustrare la storia. I vincitori vedranno, infatti, pubblicati i loro disegni nell’edizione cartacea di The Ickborg, che Rowling riprende anche grazie all’aiuto dei suoi due figli: «I primi due lettori di Ickabog mi hanno raccontato cosa ricordavano da quando erano piccoli e mi hanno chiesto di inserire parti specifiche di loro gradimento». Tutti i diritti d’autore di The Ickabog, quando sarà pubblicato, andranno a persone e categorie particolarmente colpite dalla pandemia di coronavirus.