La partita dello Juventus Stadium, tra Juventus e Napoli, certifica innanzitutto che questo campionato se lo giocano due grandi squadre. La Juventus non è una sorpresa, avendo vinto gli ultimi quattro tornei e disputato una finale di Champions League meno di un anno fa. La forza della squadra bianconera deriva da vari aspetti, tecnici e societari, che combinati insieme ne fanno una delle realtà più solide del panorama europeo. Conferma la propria incredibile crescita il Napoli, nonostante la bruciante, e per stessa ammissione di capitan Buffon, immeritata sconfitta. La squadra di Sarri sabato sera non è stata né spettacolare, né tantomeno folle. Ma è sembrata decisamente matura. Ha tenuto palla nella metà campo juventina quando ha potuto, senza affondare certo, ma concedendo alla Juventus non più di due tiri verso la porta di Reina. Più o meno gli stessi che Hamsik e compagni hanno scagliato verso Gigi Buffon, in una partita a scacchi astuta e prudente, nella quale le fasi difensive hanno annullato i rispettivi attacchi, e in cui lo slovacco, Insigne e Higuain da una parte, e Dybala Morata e Cuadrado dall’altra, non vestivano l’abito di gala. Entrambe le squadre avrebbero potuto osare qualcosa in più, ma in campo c’era grande rispetto reciproco, e l’ingresso di Alex Sandro al posto di Dybala, non lasciava immaginare esattamente un arrembaggio della corazzata di Allegri.
Prima di giudicare negativamente la mancata accelerazione del Napoli, magari nell’ultimo quarto d’ora, bisogna considerare un elemento non da poco: i trionfi della Juventus degli ultimi anni, poggiano soprattutto sulle solide basi della fase difensiva più affidabile d’Europa. Se il modesto Carpi è stato in grado di creare non poche difficoltà a Fiorentina, Inter, Roma e al Napoli stesso con un atteggiamento disciplinato e accorto, figurarsi quanto sia complesso scardinare l’arrocco bianconero, che protegge re Buffon con l’attento Khedira, il prezioso Marchisio, e un Pogba fisicamente devastante, voluto da Allegri più in versione Desailly che Zizou, davanti ai pedoni della Nazionale italiana, seppur decimati per l’occasione. Per scalfire un blocco di granito di tale caratura , c’è bisogno di aumentare di molto il ritmo, e le condizioni del trio offensivo di Sarri, non sono apparse strabordanti. Inoltre, sarebbe stato necessario portare più uomini al limite dell’area di rigore della Juve, poiché questa difendeva bassa e compatta, esponendosi quindi al rischio del contropiede. Se il Napoli avesse subito un goal per eccesso d’euforia sul finale, mentre il risultato sembrava bloccato sullo zero a zero, forse le analisi sarebbero state diverse. Cercare l’impresa era possibile, ma non averlo fatto non è un delitto.
Ottima nel Napoli la prova di giocatori esperti, di altri più giovani, e di qualcuno addirittura giovanissimo. Molto bene Koulibaly Albiol e Hysaj, soprattutto nella fase di contenimento. Bene anche Jorginho ed Allan, mentre Ghoulam è apparso un po’ frenato dalla presenza di Cuadrado, probabilmente anche a causa di una serata non brillante dei suoi compagni di fascia, Insigne ed Hamsik.
Nel complesso, la squadra di Sarri guardandosi allo specchio può riscoprirsi grande, e la sfortunata deviazione di Albiol sul tiro di Zaza, non può guastare il giudizio sulla prestazione, né tantomeno sulla stagione degli azzurri. Se due punti di vantaggio non fornivano alcuna garanzia di successo, un punto di distacco non cancella nessuna speranza di lieto fine. A guardarlo bene, il calendario presenta insidie per tutti, ed infortuni squalifiche ed impegni europei potranno fare la differenza. Se il Napoli resterà leale verso il proprio modo di fare calcio, non potrà che essere grande protagonista di una stagione molto rilevante. In maniera meritata divertente e in fondo, anche inaspettata.