Superati i 4 anni di età, la legge non permette più alle mamme detenute di vivere con i propri bambini in cella. Gli incontri madre-figlio possono avvenire solo all’interno del parlatorio del carcere: un luogo freddo, inospitale e in cui avere momenti di intimità e tranquillità è nella maggior parte dei casi molto difficile.
Per questo motivo Renzo Piano ha messo a punto “Ma.ma La Casa per l’affettività e la maternità”.
Si tratta di una casetta di 28 metri quadrati che il celebre architetto genovese ha regalato alle mamme detenute presso il carcere di Rebibbia. Un piccolo e accogliente rifugio di legno, con all’interno un tavolo, un divano, un letto e una cucina.
La struttura è stata costruita nell’arco di due anni dalle stesse detenute, insieme ai tre giovani architetti Martina Passeri, Attilio Mazzetto e Tommaso Marenaci e alla professoressa Pisana Posocco, che li ha coordinati. La casetta è immersa nel verde del giardino del carcere femminile, tra melograni, magnolie e arbusti di ribes.
All’inaugurazione di questa settimana Renzo Piano l’ha definita:
“Una scintilla in un tema complesso come quello delle carceri, ma le scintille contano. Modesta nelle dimensioni, grandiosa nelle ambizioni”.
Inoltre, il famoso genovese architetto ha aggiunto:
“Questa casetta di legno certo non risolverà i problemi delle carceri, ma rinforza l’idea che il carcere non deve essere punizione e vendetta, piuttosto un luogo in cui si cambia”.
Quindi quest’opera, che permette ai bambini di giocare e interagire con la propria madre in un luogo accogliente e simile a una casa, può rappresentare un’esperienza di grande valore per un bambino abituato, fino a quel momento, a vivere la dimensione familiare in compagnia della mamma in ben altri contesti.
A cura di Vincenza Volpe