Certo, la prima galleria ferroviaria del Gottardo venne realizzata in soli 10 anni (1872-1882) la metà circa del tempo impiegato per l’attuale galleria di base: ma a quale prezzo in vite umane. Quasi duecento morti a causa delle pessime condizioni di lavoro che provocarono anche una rivolta delle maestranze.
E’ una delle notizie più interessanti che si leggono nel libro “La ferrovia del Gottardo. Sempre all’avanguardia e proiettata nel futuro” presentato a Milano dalla Società Svizzera: 264 pagine, 400 illustrazioni e schemi che permettono di seguire passo passo, con un testo di facile lettura, la realizzazione dei due importanti trafori ferroviari attraverso il massiccio alpino: quello del 1882 e la galleria di base aperta nel 2016 e del Ceneri (apertura 2020).
L’idea del libro-documento edito in due lingue, italiana e tedesca, su una delle più importanti opere del genere al mondo è venuta all’autore e promotore del volume Adriano Cavadini, già consigliere nazionale, e alla sua stesura hanno contribuito Doris Leuthard, consiglio Federale, capo del Datec; Ignazio Cassis, Consigliere federale, capo del Dfae; Andreas Meyer, Chief Executive Officer delle Ferrovie Federali Svizzere. Ad illustrarlo, oltre a Cavadini, Fabrizio Viscontini, Sergio Michels, moderati da Ferruccio De Bortoli, editorialista del Corriere della Sera.
La carrellata si apre sulle prime ferrovie italiane, la Napoli-Portici e la Milano-Monza, e prosegue con un interessante excursus sull’avvento di nuove tecnologie che portarono allo sviluppo straordinario di questo mezzo di comunicazione. Ovviamente, la gran parte del volume si incentra sui trafori del Gottardo, sulle arditezze ingegneristiche che vi sono state applicate, sui risultati economici e sociali che hanno prodotto. Sembrano temi astrusi, ma la valentia degli autori ha trasformato il libro in una lettura veloce, piacevole e affascinante, un vero e proprio viaggio nel tempo.
Concludiamo con una curiosità. I lavori della prima galleria ferroviaria si conclusero con un solo anno di ritardo e un superamento dei costi di parecchi milioni, che furono fatti rimborsare alla ditta appaltatrice. Consuetudini queste che si sono perse nel tempo: assieme, per fortuna, al trattamento riservato ai lavoratori.
Achille Colombo Clerici