Un professore che impartisce lezioni private dapprima sembra essere accondiscendente con la sua nuova allieva, addirittura la incoraggia a iscriversi a un concorso per diventare docente globale nonostante sembri palese che le manchino le più elementari nozioni di cultura generale, poi si dimostra talmente insofferente alle sue lacune da arrivare addirittura ad accoltellarla.
L’autore del testo, Eugène Ionesco, è considerato uno dei rappresentanti più importanti del teatro dell’assurdo, una particolare corrente drammaturgica in voga dagli anni 40 agli anni 60, e qui l’assurdo è rappresentato sia dai dialoghi illogici e irrazionali, sia dal fatto che l’accoltellamento, che provocherà la morte della studentessa, viene effettuato tramite un coltello invisibile. Invisibile è anche la corda che il professore utilizza per legare la ragazza a una sedia, invenzione questa del regista, il testo originale non la prevede, e ciò fuorvia ancora di più il pubblico che inizialmente fatica a comprendere se l’uso di oggetti invisibili è dovuta a particolari esigenze sceniche, per cui lo spettatore rispetta quell’immaginario contratto che firma quando entra in un teatro accettando come reale tutto ciò che gli viene mostrato, o se invece è una scelta precisa dell’autore.
Nando Paone, che ha raggiunto la popolarità soprattutto grazie alle commedie scritte e interpretate da Vincenzo Salemme, qui coadiuvato ottimamente in scena da Daniela Giovanetti e Valeria Almerighi e dalla superba regia di Antonio Calenda, ha dimostrato ancora una volta la sua poliedricità di interprete in una recitazione perfetta e mai al di sopra delle righe.
Raimondo E. Casaceli