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LA MUSICA CONTRO L’INVECCHIAMENTO E LE MALATTIE INVALIDANTI

IMG_2999Si è svolto, in data 29 maggio, presso la Sala Consiliare del Comune di Castelvolturno, il convegno scientifico “Cervello e Psiche: l’arte come strumento di prevenzione e terapia”.

Il convegno è stato organizzato dall’Associazione Scientifica “Harpcircusorchestra” da anni impegnata nella lotta contro le malattie neurodegenerative e nella diffusione della musicoterapia in ambito scolastico.

La musicoterapia, sostiene la dottoressa Giulia Zinno, Vicepresidente dell’Associazione, fondata dal dr Marco Lombardi, offre innegabili vantaggi per la riabilitazione delle persone colpite  da ictus cerebrali e delle persone affette da malattie invalidanti come il morbo di Alzheimer ed il morbo di Parkinson.

In tali casi grazie alle Neuroscienze oggi giorno sono noti i circuiti neuronali che solo la musica è in grado di attivare per migliorare le risposte motorie altrimenti impossibili e per rallentare il decadimento cognitivo.

IMG_2996La musica ci fa invecchiare meglio e più lentamente!

Finalmente oggi possiamo affermarlo con  evidenza scientifica!

E che dire dello sviluppo embrionale?

Prima della nascita la musicoterapia, elemento di armonia fra madre e feto, migliora lo sviluppo neurologico fetale migliorando lo sviluppo cognitivo nell’infanzia  grazie ad una maggiore neuroplasticità che il cervello sviluppa grazie  alla musica.

IMG_2998L’evento  scientifico ha visto la partecipazione del Professor Carlo Alviggi, della Seconda Università di Napoli, della professoressa Angela Procaccini, della dottoressa Adriana Fortunato, dello psicologo Daniele Leone e della neuropsichiatra Liliana Jabionski.

Le emozioni musicali resistono ai disturbi della memoria: ecco perché i ricercatori cercano di chiarirne i meccanismi per usarle nel trattamento di patologie neurologiche e psichiatriche.

La musica rinforza la memoria e le riserve cognitive preziose per combattere gli effetti dell’invecchiamento, precisa la dottoressa Giulia Zinno, ed è stato persino scoperto che alcuni pazienti colpiti dalla malattia di Alzheimer riescono ancora a memorizzare nuove melodie.

 

 

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