Guardando quelle macchine sfondate, veniva in mente la categoria emersa dall’ultimo rapporto CENSIS per descrivere il più recente fantasma in giro per l’Europa: il rancore che suggerisce comportamenti violenti o asociali o di odio o di ostilità verso il prossimo. Proprio questo rancore sembra emergere anche nella vicenda della cosiddetta “Movida” Napoletana, che però dalla MOVIDA non ha più nulla ma mostra di avere assunto, invece, il volto dell’emergenza criminale e della perdita di controllo del territorio da parte di chi dovrebbe vigilare. E certo non si andrà da nessuna parte, se, a un residente esasperato intento a lanciare una pianta giù dal balcone incurante del danno che può provocare, fa da contraltare l’azione di disturbo premeditato inscenata sparando botti rumorosissimi sotto i balconi di chi vorrebbe salvaguardato il diritto al riposo; o la distruzione di citofoni; o l’atto di insozzare la strada e perfino di defecare davanti ai portoni. Fino a giungere ed aggredire fisicamente qualche residente, come pure è successo, nell’androne del proprio palazzo. Rancore, odio, in una città che sembra incattivita, dimentica di quella reputazione di diversità che l’ha descritta per anni come accogliente, tollerante, in grado di ospitare diversità, di veder convivere in pace e negli stessi luoghi ceti sociali agli antipodi. Tutti questi episodi di violenze e intolleranze veicolati dalle notti che dovrebbero essere di svago ma anche riposo segnalano che le regole della convivenza a Napoli, stanno saltando. E che occorre, intervenire, recuperare il controllo del territorio, perché l’incubo fantascientifico di Ballard non diventi realtà.
NUNZIA MARRONE: IL MATTINO DEL 4 DICEMBRE