Cultura

LA POESIA DI FRANCO ARMINIO: ” NON PUO’ CAMBIARE IL MONDO, MA PUO’ CAMBIARE LA VITA DI CHI LA SCRIVE”

La poesia, quella manca nell’era dei social. Se ne è accorto, Franco Arminio, prodigioso autore di “Cedi la strada agli alberi”. Arminio è cresciuto al Sud, quel Sud che egli stesso osa definire: “un inganno e un prodigio, semplice e sobrio come una sedia“, là dove sono i paesi a tenere compagnia alle persone e non viceversa, sempre che si abbia “il coraggio di starci dentro”, di attraversarli lentamente, silenziosi, avendo la voglia che ti scoppia dal petto di abitarli, di viverli. I versi di Arminio sono ambientati in Irpinia, terra italiana che egli definisce :“bellissima Italia annidata sull’Appenino”, l’Italia che trema e da cui bisogna ripartire, “dal sacro che ci rimane”  completamente annodato con il contemporaneo che abbiano davanti. Le poesie di Arminio sono una narrazione di tradizioni, di gesta antiche, di elogio delle piccole cose, ma hanno trovato spazio ed esaltazione nei mezzi di comunicazioni più moderni, i social network. Non a caso Arminio viene definito “il poeta italiano più seguito sulla rete”. A tal proposito, Arminio, dichiara: “La poesia, la bellezza, non producono lo stesso furore, non producono istinti fraterni, è una questione complicata. Nella società di massa la poesia rimane ancor più che elitaria, una cosa che è intrinsecamente anti sistema. Anche quando sembra che entri nel sistema, come nel caso del mio successo, decretato gran parte dai social network, in realtà l’arte rimane indisponibile al commercio“. Sui social, il poeta non fa sconti, è dritto, impavido non cela la verità:” Credo che Facebook veicoli i peggiori istinti destinati, oltretutto, a peggiorare ulteriormente. La poesia, se è davvero poesia, è automaticamente anti-ideologica e anti-fanatica, lontanissima dalla cultura delle persone che seguono questo o quel cantante. La poesia produce perplessità, sospensione, non azione contro qualcuno” ma “tuttavia, io non diserto i social, anzi, li frequento specie per quelle tantissime persone che mi leggono e si emozionano, ma non sentono il bisogno di commentare e quando mi incontrano nelle varie iniziative vengono a ringraziarmi per quell’ attimo di bene che ho regalato loro“. Sul proprio mestiere di poeta, il grande genio afferma che:”La possibilità  per quel singolo individuo che da qualche parte legge quelle parole e si emoziona, si commuove, si entusiasma. Già solo per questo vale la pena scrivere. Questo può fare la poesia. Non può cambiare il mondo, può cambiare la vita di chi la scrive, per certi aspetti anche in peggio. E’ una medicina salvavita, un pronto soccorso, un farmaco nel senso etimologico della parola, da una parte veleno, dall’ altra rimedio disponibile a chi ha il coraggio di somministrarselo“.

In ultima istanza, rimane il senso dello scrivere, di chi fa questo per mestiere, che sia un poeta, uno scrittore o un giornalista che prima di scrivere sognava di farlo. Scrivere comporta estremo impegno e, a volte,  la dannazione perchè ogni parola scritta cela in se stessa i nostri sogni, le nostre lotte piu nascoste che possono condurci per mano  a quello che desideriamo, perchè nulla è impossibile se lo vogliamo, basta restare, vale la pena restare anche domani. Da qualsiasi dolore, si potrà sempre ripartire, sorridendo.

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