Questa mattina si è tenuto l’incontro pubblico per presentare i risultati della ricerca sui ricoveri TSO in Campania nel 2021.
L’evento si è svolto presso il Consiglio Regionale della Campania a cui hanno partecipato Samuele Ciambriello, Garante delle persone private della libertà personale della Campania, Emilio Lupo, psichiatra e responsabile nazionale dell’organizzazione di Psichiatria Democratica, Mario Tolvo, dirigente tecnico sociologo Dipartimento di Salute Mentale Settori Flussi informativi ASL Napoli 1- Centro e Carmela Fiola, presidente della Commissione Istruzione e Cultura, Ricerca scientifica, Politiche Sociali.
Introduzione
Samuele Ciambriello ha esposto la sua introduzione riguardo l’indagine proposta, dichiarandola un “unicum nel panorama nazionale“.
“I risultati raggiunti sono stati ripartiti per Dipartimenti di Salute Mentale“, aggiunge il Garante. “Si tratta di un’analisi estremamente minuziosa” quella effettuata nell’indagine che sarà “base di partenza per future considerazioni di politica sanitaria regionale”.
Uno dei punti di forza che esprime Ciambriello è sicuramente la “solidità giuridica” e la “creazione di rete di servizi territoriali che ha soppiantato la vecchia logica detentiva dei manicomi”.
L’augurio è sicuramente quello di migliorare e risaltare questi punti a favore per il TSO.
Ha preso parola poi Emilio Lupo: “Lo stato dell’arte dimostra che purtroppo c’è una migrazione interna che mortifica i pazienti e familiari da un lato e dall’altro gli operatori perché impedisce di offrire una svolta per far sì che la salute mentale ritorni al centro della salute pubblica con le risorse”.
Guardando i dati del 2020, in Campania si spende il 2,1% per la spesa sanitaria, come dichiara lo Psichiatra.
“Aumentare e sviluppare socialmente con programmi attivati presso i centri di Salute Mentale, uno sviluppo delle attività domiciliari a tempo”. “Il paziente finalmente avrà un progetto di vita“, inoltre “i familiari avranno come punto di riferimento il servizio pubblico” e “lo sviluppo di una salute mentale di comunità“.
“La psichiatria deve passare dalla residenzialità all’abitare, come avviene in alcune parti della nostra Regione. Questo dobbiamo svilupparlo attraverso fondi”. Conclude Lupo.
La ricerca
Mario Tolvo ha illustrato la ricerca in questione, da lui stesso coordinata: “E’ stata una ricerca basata non solo sui dati raccolti, ma con personale che andasse sui luoghi direttamente a raccoglierli”.
“Non volevamo limitare la sola ricerca all’ambito strettamente ospedaliero o dei servizi territoriali perché il TSO è un processo complesso che vede la presenza di più attori, non solo di medici e infermieri. Vi sono coinvolti la doppia figura medica, il Sindaco, i giudici tutelari che devono controllare che tutti gli iter burocratici siano seguiti a tutela e garanzia del cittadino che subisce il TSO”.
Il dato fondamentale venuto fuori è stato che “Tutti i dipartimenti di salute mentale, da circa un decennio, sono andati incontro ad un’informatizzazione della rilevazione delle info ricevute. Il problema più grosso è stato il fatto che ci fossero software diversificati. Ogni azienda sanitaria poteva accedere a strumenti che sceglieva liberamente”.
“Questo avviene perché con le grandi autonomie regionali alle aziende ospedaliere, le informazioni raccolte a livello centrale, avevano necessità di seguire solo alcuni criteri tecnici, ma ognuno poteva raccoglierli come voleva. Quando vogliamo tirar fuori queste informazioni per renderle confrontabili tra loro le dobbiamo standardizzare con sistemi diversi“.
“La nostra voleva essere una ricerca approfondita che andava oltre gli aspetti finanziari della salute mentale”.
Per concludere: “Spesso abbiamo ritrovato il paziente restituito al territorio da solo o alla famiglia. Si nota uno scollamento tra due parti di un unico insieme, servizio territoriale e servizio ospedaliero”.
“Il fine ultimo è sempre quello di restituire l’individuo alla società”.
“Azioni preventive per cambiare il sistema”
Carmela Fiola ha preso parola per ultima affermando: “Se facciamo azioni preventive, questo porterebbe un risparmio dei fondi sanitari. E’ il sistema che va cambiato“.
“Sicuramente ci sono punti di forza da portare avanti, ma anche criticità da affrontare, soprattutto con il Covid”.
In conclusione è utile “creare delle strutture che servano a gestire il TSO e monitorate”.
Il TSO è una procedura sanitaria che va tutelata e migliorata con la collaborazione di psichiatri, medici e operatori volti ad aiutare il paziente nel suo reinserimento sociale.