Francesco De Gregori è uno dei cantautori più importanti del panorama musicale italiano, la sua musica che affascina il pubblico italiano e non solo è caratterizzata da stralci di sinfonie popolari unite a testi colmi di metafore. Gli oltre quarant’anni di carriera l’hanno reso un cantautore di enorme successo, a tal punto da essere definito da molti un vero e proprio poeta contemporaneo, appellativo da lui non gradito, ha più volte dichiarato, infatti, che preferisce essere chiamato semplicemente artista.
De Gregori in questi giorni si trova a Napoli per presentare il suo ultimo lavoro, che non è una canzone ma un’installazione d’arte contemporanea. Il cantante, infatti, ha deciso di avvicinarsi a un mondo diverso da quello della musica, iniziando una collaborazione con Lucia Romualdi, artista contemporanea di fama internazionale. La coppia ha presentato ieri, presso lo studio Trisorio, il loro lavoro Soundings, per voce e cinematica. Soundings è un’installazione che ha come oggetto il concetto di lontananza, manifestato attraverso percorsi visivi e sonori. La Romualdi e De Gregori hanno iniziato questo percorso nel 2013, percorso che, grazie a una stretta collaborazione e una fusione delle loro diverse abilità, artista contemporanea lei, cantautore lui, ha portato alla creazione di un’opera dalle diverse interpretazioni. Come si legge nel comunicato stampa: “La doppia struttura di soundings rispecchia concettualmente il dialogo fra i due artisti ed è organizzato con meccaniche, proiezioni, filmati e tracce sonore, che mettono in azione fondali scenici in continuo movimento”. E in quest’installazione, troviamo la famosa canzone di De Gregori, Cardiologia, completamente riscritta e riadattata, per unirla alle partiture di luce, fatte di cifre e diagrammi numerici della Romualdi, e creare così un unico dialogo tra i due artisti. Nella mattinata di oggi, i due artisti si sono incontrati a Villa Pignatelli per una lunga conversazione sulle differenti sfaccettature dell’arte e quindi su questa loro inedita collaborazione, l’incontro è stato moderato dall’etnomusicologo Pasquale Scialò.
De Gregori ha così raccontato quest’esperienza del tutto nuova, che ha visto la sua musica avvicinarsi a un’altra forma d’arte.
Oggi vediamo una nuova veste di De Gregori, quella dell’artista contemporaneo, come si sente a rivestire questo nuovo ruolo?
«Il termine artista contemporaneo è un po’esagerato, io sono figlio del progetto di Lucia, è lei che mi ha coinvolto, la base è sua, però c’è da dire che io l’arte contemporanea la amo, sono molto appassionato, è un mondo che mi affascina e quindi non è del tutto sbagliato che io possa far parte di questo progetto, è qualcosa che a che vedere comunque con il mio mondo, infondo sempre d’arte si parla. Sono contento, ho visto la cosa realizzata, mi piace molto, mi ha stimolato come musicista, perché ho preso una mia canzone e l’ho rimasticata, le ho dato un suono diverso perché potesse partecipare a questo progetto, ho lavorato da musicista insomma»
Lei e la Romualdi abitate a Prati, quindi è stato un incontro casuale, la collaborazione a questo progetto comune com’è nata?
«Lucia mi ha raccontato il suo lavoro d’artista e mi ha invitato nel suo studio a vedere le sue opere, io sono andato e ne sono rimasto affascinato, ma questo ancora prima che decidessimo di collaborare, dopo un po’abbiamo deciso di far nascere questa collaborazione»
Pensa di continuare nel mondo dell’arte contemporanea?
«Non lo so, non ne ho idea, se dovesse capitare qualcosa che mi affascina com’è accaduto per le opere di Lucia Romualdi perché no? Anche se il mio lavoro, quello che amo di più, che mi sento più in grado di fare, è sicuramente quello di scrivere canzoni»