Il Presidio di Libera di Torre Annunziata, intitolato a “Raffaele Pastore e Luigi Staiano”, uccisi dalla camorra perché rifiutarono di pagare il pizzo, ha organizzato la “Giornata itinerante nel tempo e nello spazio Per Giuseppe Veropalumbo e Per la Solidarietà Contro la povertà”.
Anche Peppe è vittima innocente della camorra! “Vittime! Vittime! Si parla sempre e solo di morti!”, protestano soprattutto i ragazzi, con i loro occhi colorati di allegria, di voglia di fare, di vivere. Ed hanno ragione: ricordare i morti può sembrare passato, e lo è se non si dà prevalenza al presente prima ancora che al futuro. E “gioiosamente”, come amava dire Paolo Borsellino. Quindi Lello, Gigi, Peppe e gli altri ammazzati sono solo la fonte da cui parte un torrente, che diventa fiume, che imbarca bambini, adolescenti, giovani, donne, uomini, omosessuali, neri, bianchi, vecchi, emarginati, poveri, deboli… con un unico obiettivo: poche parole e molti fatti!
Fare è l’unico modo per resuscitare le vittime e renderle la prima fila della marea di menti, cuori, mani, gambe che hanno deciso di lottare contro mafie, ecomafie, corruzione, clientelismo, povertà. Sì, anche povertà, perché le mafie producono la miseria e la sfruttano. Estirpare le povertà significa sradicare le mafie. La Giornata per Peppe comincia quindi dal ricordo, ma si dipana fra parole e fatti. Libera non è luogo di eventi, ma soprattutto motore di proposte, richieste, progetti, azioni concrete per il cambiamento. La Giornata è per Peppe, ma anche per la solidarietà, dovere inderogabile per la Costituzione, contro la povertà, con il fine di assistere i poveri, non solo con i “pacchi”, ma anche per lenire solitudine, assenza di valori, evasione scolastica, dipendenze, rapporti familiari difficili, mancanza di lavoro…, come sostiene in particolare il nostro Giuliano Vollaro. La Giornata ha danzato fra tempo e spazio.
È iniziata il 7 dicembre scorso con il sostegno materiale e personale alla Raccolta di generi alimentari della Parrocchia della S.S. Trinità e alla Mensa dei Poveri della Parrocchia dell’Immacolata. Il 12 e 13 dicembre ha partecipato a “Solidart” dell’Istituto comprensivo Alfieri con “Facciamo un pacco alla camorra”, esaurendo tutti i pacchi natalizi con i prodotti dei beni confiscati alle mafie della Bottega dei Sapori e dei Saperi.
Il 29 dicembre è stato un vero tour de force: mattino memorial con tutte le associazioni sportive, sera messa cantata con brani gospel in suffragio di Peppe alla Basilica della Madonna della Neve, ove Carmela, la moglie di Peppe, ha letto una accorata, dettagliata, dolce e grintosa testimonianza. Nel pomeriggio, a villa Tiberiade, il dibattito pubblico su “Povertà, Vangelo, Costituzione, camorra”, con don Tonino Palmese, che ha richiamato con fermezza la necessità di riempire di contenuti autentici tanti concetti di cui oggi tutti si sono impadroniti per renderli scatole vuote: la legalità solo dichiarata è inutile, solo se praticata ha un senso. Sono intervenuti anche i referenti regionale e provinciale, Fabio Giuliani e Antonio D’Amore, Bruno Vallefuoco, Luciano Donadio, Lorenzo Tommaselli e Michele Del Gaudio.
La Giornata si è conclusa sabato 17 gennaio scorso con “Miseria Ladra”, ancora una volta saltellando fra minuti, ore, strade e piazze, con un camper che incontrava i cittadini, li informava, li sensibilizzava. Alle 10.00: Chiesa della S.S. Trinità Dibattito pubblico: “Rendiamo illegale la povertà, in tutte le sue forme” con Antonio Carbone, Pino Conca, Ciro Cozzolino, Luciano Donadio, Mariano Di Palma, Antonio Irlando, Porfidio Monda, Pasquale Paduano, Matteo Potenzieri, che hanno offerto analisi, proposte, azioni, richieste agli enti locali. Alle 12.00: Mensa “Don Pietro Ottena”; alle 16.00: Basilica della Madonna della Neve; 18.00: Chiesa di Sant’Alfonso; 19.00: Chiesa di S. Maria del Buonconsiglio e S. Antonio.
Peppe è morto sette anni fa. Un bravo ragazzo di Torre Annunziata, che lavorava onestamente ed aveva una gioiosa famiglia, fu colpito da un proiettile esploso da un’arma da guerra. Peppe sta lottando ancora oggi per essere ricordato da tutti noi, ma anche per indicarci un cammino di impegno comune per estirpare la criminalità organizzata, che lo ha trafitto mentre giocava con la sua figlioletta la sera dell’ultimo giorno dell’anno. Qualcuno sostiene che Peppe non è vittima innocente della camorra, ma della criminalità comune. Potremmo pensare che a lui non importi la distinzione, tanto è morto! Ed invece no, Peppe sta combattendo per questo riconoscimento, perché vuole bene alla moglie Carmela e alla figlia Ludovica, bella, simpatica, coraggiosa, nei suoi otto anni. Le istituzioni si limitano a qualche interessamento formale e rituale, ma sfuggono ad interventi concreti ed efficaci, trincerandosi dietro la legge, che non consente di inserire Peppe nell’elenco giusto. Ma quale elenco? Qui si parla di vite! Vite fisiche e vite spirituali che non si possono far morire ancora. È infatti morire per una donna e una bambina affidarsi ad una giornata all’anno per ricevere il calore di un abbraccio. E Peppe non ci sta! Si insinua nei nostri cuori e nelle nostre menti e ci costringe ad affiancarlo, ad abbracciare anche noi Carmela e Ludovica, non un giorno ma tutti i giorni dell’anno. Ci impone l’impegno “gioioso” del cambiamento! Oggi! Non Domani!